Commento biblico del sermone
Ezechiele 36:23-24
Tralasciando la speciale applicazione di queste parole agli ebrei e guardandole nella loro connessione profetica con lo schema della redenzione, osservo
I. Affinché Dio potesse rivendicare il suo onore e santificare il suo nome nella nostra distruzione. Due metodi per glorificare il Suo Nome sono aperti a Dio. È libero di scegliere l'uno o l'altro; ma in un modo o nell'altro esigerà da ogni uomo la sua piena storia di gloria. In Egitto, per esempio, fu glorificato nella distruzione prepotente dei Suoi nemici; e nella stessa terra, per la salvezza prepotente del suo popolo.
Avrebbe potuto, alla caduta, rivendicare la Sua giustizia con una vendetta rapida e spietata, distruggendo l'intera famiglia umana. Lo ha fatto, nel caso degli angeli caduti. Avrebbe potuto impartire la stessa misura agli uomini caduti.
II. Dio santifica il suo nome e si glorifica nella nostra redenzione. È facile distruggere per distruggere il carattere, la virtù, la vita, qualsiasi cosa. Non ha bisogno che di un diavolo per rovinare lo spirito, ma ha bisogno di una Divinità per redimerlo. Ha bisogno solo di un cattivo per rubare la virtù, ha bisogno di un potere divino per ripristinare il gioiello rubato. Come la gloria dell'uomo è illustrata più dalla guarigione che dall'uccisione, così la gloria di Dio è più preminente nella nostra redenzione di quanto non lo fosse stata nella nostra rovina finale ed eterna.
III. Lo schema di redenzione è eminentemente illustrativo degli attributi di Geova. Illustra (1) la sua potenza, (2) la sua saggezza, (3) la sua santità, (4) la sua giustizia.
T. Guthrie, Il Vangelo in Ezechiele, pp. 137, 151.