Commento biblico del sermone
Filippesi 1:21-24
Il frutto del lavoro.
Tali parole non possono mai perdere il loro potere. Vengono a noi da un'aria più pura; tuttavia la voce è umana, ed è udibile da tutti coloro che sentono. Riassumono il tenore costante di una vita che, come tutte le grandi vite, è in grado insieme di svergognarci e di ispirarci, e anche di impartire una lezione applicabile alle più diverse condizioni dell'esistenza umana.
I. Proviamo a pensare al fatto che le parole implicano. Pensa a questo, e poi pensa alle meschine rivalità, ai meschini piaceri, allo spreco di potere, alle chiacchiere frivole, al sentimento ingeneroso, alla politica meschina, al semplice ozioso vuoto che assilla la nostra vita comune; e per quanto poco possiate sperare di passare subito da questo a quello, non potete non sentire il peso del rimprovero.
Possiamo realizzare, abbiamo mai cercato di realizzare, la certezza della nostra stessa morte? Come paragoneremo allora la nostra vita a quella di colui che guardava a viso aperto oltre la tomba, desiderando partire, e tuttavia, per il bene degli altri, era contento di vivere?
II. Nota la lezione generale che si può trarre dal testo. L'ideale cristiano della beatitudine ha due aspetti, che si incontrano entrambi in Cristo: uno verso l'interno e verso l'alto, guardando verso la comunione con Dio, e uno verso l'esterno e attorno, verso i fratelli e l'umanità, specialmente verso i fratelli più deboli, quei piccoli per i quali Cristo è morto. Agire nel presente, vivere per gli altri, riscattare il tempo, usare tutti i mezzi per migliorare la condizione fisica e sociale, oltre che morale e spirituale dell'umanità, questi, è appena il caso, sono precetti in pieno in accordo con il cristianesimo.
Ma il pensiero di un'altra vita, per la quale questa è la semina e la preparazione, in cui verranno rimossi alcuni ostacoli che frenano il flusso del bene qui, e tutto ciò che abbiamo seminato di giustizia porterà frutto mille volte questo, invece di essere fuori l'armonia con questi doveri, è il più grande di tutti gli incentivi ad essi.
L. Campbell, Alcuni aspetti dell'ideale cristiano, p. 162.
Riferimento: Filippesi 1:21 . J. Clifford, L'alba dell'umanità, p. 185.