Commento biblico del sermone
Filippesi 4:5,6
I. Non è facile determinare in quale dei due sensi debba essere intesa la prima clausola. Il Signore è vicino in posizione, e il Signore è vicino in avvicinamento. In entrambi i sensi possiamo collegare la dottrina e il precetto. Se il Signore verrà presto, come deve essere oziosa ogni ansia per le cose che presto si dissolveranno; se il Signore è sempre presente, come devono essere inutili tutte le ansie per cose facili da rimediare. I due pensieri cadono in uno.
Ma è con l'ultimo dei due che desidero occuparmi ora. Il Signore Gesù Cristo è sempre a portata di mano; perciò trasforma ogni ansia in preghiera. Migliaia di cuori hanno trovato riposo in questa unica parola di ispirazione. Verso alcuni versi non possiamo non sentirci come verso un luogo nobilitato o consacrato dalle orme di santi o di eroi. Tali versetti hanno una storia oltre che una dottrina, e questo non è uno di loro? Il Signore è sempre vicino, non più nell'approssimarsi del suo avvento, che nella realtà della sua potenza spirituale.
Ovunque, in perfetta solitudine o in mezzo al frastuono di suoni non congeniali, un umile cuore si rivolge a Lui come il Salvatore e l'Intercessore, là è Lui, non da cercare lontano e da trovare tardi, ma che ascolta prima di parlare, rispondendo prima di supplicare. Qualunque cosa siamo, Egli non cambia; se dubitiamo della sua presenza, denigriamo la sua potenza, neghiamo la sua divinità.
II. Sii ansioso per niente. L'ansia è (1) una cosa oziosa: (2) una cosa debilitante; mangia la vita stessa delle energie; lascia l'uomo, non solo dov'era, ma dieci volte meno capace e meno vigoroso che all'inizio: (3) cosa irritante; scompiglia il temperamento; sconvolge l'equilibrio dello spirito; è la fonte sicura del malumore, dell'acutezza, della petulanza e della rabbia; mette l'uomo in guerra con se stesso, con il prossimo, con la provvidenza di Dio e con le nomine di Dio.
L'ansia è un segno di sfiducia; segno di flebile fede, di debole energia e languida obbedienza. Alla presenza di Cristo, nella sua anima umana, nel suo cuore compassionevole, possiamo mettere da parte le nostre ansie, possiamo riposare dai nostri fardelli e possiamo rifugiarci dalle nostre paure e dai nostri peccati.
CJ Vaughan, Lezioni sui Filippesi, p. 279.