Commento biblico del sermone
Galati 3:23
La ragionevolezza del Vangelo.
I. In questo passaggio c'è una sorta di allusione militare che può essere bene sottolineare. L'espressione "tenuto sotto la legge" denota nell'originale essere tenuto come in una cittadella o in una guarnigione. È questa espressione, "chiuso alla fede", che conferisce al nostro testo gran parte della sua forza e della sua singolarità. La Legge circondava gli ebrei, per così dire, con un bastione, impedendo efficacemente la loro unione con il resto dell'umanità, finché il loro oggetto di fede, che è Cristo, o la dispensazione di fede, che è il Vangelo, non venisse in pienezza di tempo.
Ma mentre ammettiamo che il brano che abbiamo davanti abbia un riferimento all'ebreo, derivato del tutto da circostanze locali e temporanee, non possiamo dubitare che l'espressione "chiudete la fede" si applichi a uomini di altre terre e di altre generazioni. Riteniamo che questa espressione ci manifesti quella che si può chiamare la ragionevolezza del Vangelo.
II. Il Vangelo è uno schema ragionevole, ragionevole sul principio che, qualunque altra via venga escogitata e tentata, si trova invariabilmente carente, così che l'uomo resta chiuso al Vangelo come sua unica risorsa. (1) La legge non lascia spazio al pentimento. (2) La legge mostra enfaticamente la necessità di un mediatore. Incontrerà l'uomo come un avversario sempre vigile nei suoi successivi sforzi per placare la coscienza e propiziare Dio, respingendolo e producendo almeno la confessione che non c'è alternativa se non la morte eterna o la fideiussione 01 di un mediatore.
Ci chiude alla fede ea Cristo crocifisso; ci tiene in una guarnigione, affinché possiamo essere disposti a ricevere e accettare la salvezza. Facciamo un uso sbagliato della legge, se non ci conduce a Cristo.
H. Melvill, Pulpito di Penny, n. 1834.