Commento biblico del sermone
Genesi 45:5
Giuseppe distoglie lo sguardo e mette da parte la malvagità dei suoi fratelli, e si riferisce tutti alla provvidenza sovrana di Dio, che trae il bene dal male e fa cooperare tutte le cose per il bene, alla famiglia dei suoi servi scelti, Abramo, Isacco e Giacobbe. In tempo di lutto e dolore possiamo mettere queste parole nella bocca di colui che abbiamo perso. Dopo una morte siamo inclini a rimproverarci amaramente per le cose fatte o non fatte.
«Ora dunque», dice colui che abbiamo perduto, che confidiamo riposi in paradiso, «non rattristate né adiratevi con voi stessi; le colpe non sono state intenzionali, non vi è mancato l'amore. Non vi rimprovero, perché Dio ha mandami davanti a te, una spia nella terra promessa. Io sono tranquillo e attendo che tu venga a me. Sono andato 'dal Padre mio e Padre vostro, e Dio mio e Dio vostro'".
S. Baring-Gould, Predicazione del villaggio per un anno, vol. ii., p. 81.
Le parole di Giuseppe nel testo contrastano in modo un po' strano con le parole pronunciate dai suoi stessi fratelli. È chiaro che il punto di vista che aveva della loro condotta era quello che più probabilmente li avrebbe tranquillizzati. Li assicurò che dopo tutto erano solo strumenti nelle mani di Dio, che Dio lo aveva mandato, che la provvidenza di Dio era all'opera per il bene quando lo vendettero come schiavo. Entrambe le opinioni sono vere ed entrambe importanti. I fratelli avevano fatto ciò che avevano fatto nel modo più malvagio e malvagio possibile; nondimeno era vero che non erano loro, ma Dio, che aveva mandato Giuseppe in Egitto.
I. Che Dio governi il mondo, non osiamo non dubitare; ma è altrettanto vero che governa in un modo che non ci saremmo aspettati, e che gran parte della sua opera appare strana. Così strano, infatti, che sappiamo che è stato in tutti i tempi, ed è nel nostro tempo, facile dire, Dio non si cura, Dio non vede, o anche adottare il linguaggio più audace dello stolto, e dire: "Ecco non è Dio". Si possono trovare illustrazioni scritturali dello stesso tipo di contraddizione che abbiamo nel testo: (1) nel caso di Esaù e Giacobbe; (2) nel modo in cui la durezza di cuore e la follia del Faraone contribuirono alla realizzazione dei disegni di Dio riguardo agli Israeliti; (3) nelle circostanze della vita dolorosa di nostro Signore sulla terra, e specialmente le circostanze connesse con la Sua morte vergognosa e tuttavia vivificante.
II. Le nostre stesse vite ci forniscono illustrazioni della stessa verità. Chi non può ricordare casi in cui la provvidenza di Dio ha prodotto risultati nel modo più strano, traendo il bene dal male, trasformando in benedizione ciò che sembrava rovina, facendo sì che anche i peccati e le follie degli uomini annunziasse la sua gloria e trasmettessero il interessi spirituali dei loro fratelli. Vediamo cause umane produrre effetti, ma possiamo anche vedere la mano di Dio ovunque; tutte le cose che vivono e si muovono in Lui; nessun passero che cade senza il suo permesso; nessun capello di uno dei suoi santi perirà.
Vescovo Harvey Goodwin, Sermoni parrocchiali, 5a serie, p. 63.