Giobbe 11:7-8

7 Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente?

8 Si tratta di cose più alte del cielo… e tu che faresti? di cose più profonde del soggiorno de' morti… ome le conosceresti?

Giobbe 11:7

La domanda di Zofar fece ardere di passione Giobbe. In tre capitoli, in un'alternanza di speranza e disperazione, ma sempre con feroce intensità, voltando e ricambiando i suoi pensieri, ma sempre riaffermando contro le sue sventure la sua invincibile conoscenza di Dio, la sua invincibile fiducia, la risposta di Giobbe si diffonde davanti a noi. La domanda è: un uomo può trovare Dio?

I. Guarda la natura; questo è il primo grido di Giobbe. "Chiedi alle bestie, e ti insegneranno", ecc. Ovunque guardo vedo la vita. Da dove viene la vita? Ecco le parole di Giobbe: "Nelle mani di Dio è l'anima di ogni essere vivente e il respiro di tutta l'umanità". Posso cercare di scoprire Dio? Sì. Lo cerco nella natura, e lì lo conosco come intelligenza e vita.

II. Poi Giobbe se ne va. Guarda ora l'uomo, piange; guarda i cambiamenti del mondo, il crollo e l'innalzamento degli uomini, i saggi divenuti stolti, i legami dei re sciolti, i potenti rovesciati. Chi ha fatto questo? L'uomo stesso da solo? L'unica cosa chiara in tutto questo è che l'uomo è dimostrato essere la creatura della volontà di un Altro. È Lui che ho trovato nella natura, Dio Signore.

III. Poi Giobbe passa alla questione personale, la domanda che gli è stata imposta dai suoi amici ottusi e impiccioni, che nella sua afflizione hanno cominciato a predicargli. Si getta in un'appassionata disperazione di fiducia in Dio. Non ho nient'altro a cui guardare, e mi aggrapperò a quello, non importa se la morte arriverà. E lui si aggrappa ad esso, sul serio.

IV. "Può l'uomo, cercando, scoprire Dio?" Sì. Non c'è bisogno di cercarlo nei cieli irraggiungibili, o nelle profondità delle tenebre invisibili per cercarlo. È qui nella vita, nell'intelligenza e nella bellezza della natura. È qui nella condotta del mondo. È qui nel senso che ho della mia giustizia davanti a Lui. È qui nel senso di una giustizia assoluta, anche se quella giustizia mi punisce. È qui nella mia fiducia imperitura e inestinguibile che Egli è mio e che io sono Suo per sempre.

SA Brooke, Lo spirito della vita cristiana, p. 347.

Riferimenti: Giobbe 11:7 . H. Melvill, Voci dell'anno, vol. ii., pag. 1. Giobbe 11:7 . W. English, Sermoni della Chiesa, vol. ii., pag. 26. Giobbe 11:12 .

Mensile del predicatore, vol. iv., pag. 314. Giobbe 11:13 . G. Brooks, Linee di sermoni, p. 129. Giobbe 11 S. Cox, Espositore, 1a serie, vol. v., pag. 123; Ibid., Commento a Giobbe, p. 141. Job 11-17 AW Momerie, Difetti del cristianesimo moderno, p. 104.

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