Commento biblico del sermone
Giovanni 19:27
Guarda quell'ora. Avviso
I. Le sue anticipazioni. Mi è sempre sembrato un fatto fatale alla teoria non propiziatoria di quell'ora, che fosse stato anticipato e atteso da Cristo stesso. Non lo sorprese né lo colse di sorpresa. Non lo evitò né si ritrasse da esso. "L'ora viene", disse. D'altra parte, non ha affrettato le sue avances; Non fece precipitare l'evento che lo acclamò e lo invitò a quell'ora.
"La mia ora non è ancora giunta." Tra i sentimenti lugubri che evidentemente lo opprimevano con un peso spaventoso, siamo sorpresi dell'allegria con cui contempla l'avanzare di quell'ora. Si trova in mezzo a una rete e una rete che si intrecciano rapidamente di eventi strazianti e agonizzanti, il tempo e l'eternità che muovono rapidamente le navette. A poco a poco viene catturato nel groviglio di una rete dalla quale deve essere subito agonizzante e che deve distruggere.
II. Le sue realizzazioni. La fine è stata un sacrificio di mediazione. Lo vedo condurre vittoriosamente sul Tempo, con tutto il suo naufragio, verso troni e regni e imperi, fino alla fine di quell'ora; perché ha vinto il diritto. Discese per ascendere molto al di sopra di ogni principato e potenza; forme, spettri dei santi morti, che puntano il dito profetico, sembrano passare davanti alla croce in quell'ora. Non vide quell'ora l'agonia della natura? Rimango a quell'ora, e leggo dalla sua fiamma vulcanica, dai colori lividi e luridi, che la natura è caduta da Dio così come dall'uomo.
Vedo che l'intera creazione geme e soffre per il dolore, in attesa della grande fine dei tempi; vale a dire, la redenzione del corpo stesso, la veste dietro la quale l'essere morale caduto si è ritirato.
III. Le conseguenze di quell'ora. (1) Ha cambiato il mondo. (2) La sua influenza morale su altri mondi deve essere commisurata alla maestà, grandezza e magnificenza degli interessi coinvolti in esso.
E. Paxton Hood, Sermoni, p. 179.
Riferimento: Giovanni 19:28 . Omilista, 2a serie, vol. ii., pag. 169.