Commento biblico del sermone
Giovanni 9:6,7
Se scopriamo che nell'esercizio del Suo potere miracoloso, nostro Signore in molti casi, in misura maggiore o minore, impiega mezzi, sorge spontanea la domanda: in che relazione questi mezzi stanno al risultato?
I. Ora, in primo luogo, è evidente che i mezzi impiegati, ad esempio nel miracolo riferito nel testo, erano di per sé del tutto insufficienti a produrre il risultato mediante l'operazione delle leggi ordinarie uniformi della natura. Supporre che siano così capaci significherebbe infatti eliminare del tutto il miracoloso.
II. Inoltre, si deve notare che i mezzi impiegati da nostro Signore, sebbene del tutto inadeguati per produrre il risultato, sembrano tuttavia avere una certa relazione di adeguatezza con quel risultato. Ed è sicuramente più razionale considerarli come non effettivamente né necessari né adeguati di per sé alla produzione dell'effetto, ma tuttavia come mezzi reali e non semplicemente apparenti tendenti a tale fine, sicché in questi casi si può dire il potere miracoloso essere stato applicato nel conferire alle cose materiali comuni proprietà curative che per loro natura non possedevano.
III. Nei sacramenti, come nei miracoli, abbiamo un segno esteriore e visibile, e una grazia interiore e spirituale, essendo la prima il mezzo con cui la seconda viene trasmessa. Ci sono, infatti, due punti di distinzione tra loro, che, giustamente considerati, serviranno solo a rendere più sorprendente il parallelo. In primo luogo, il dono conferito dal miracolo è esso stesso aperto e visibile, e quindi non ha bisogno di pegno per assicurare la sua esistenza al destinatario, mentre la grazia del sacramento è interiore e spirituale, e la parte esteriore del sacramento non è quindi solo il mezzo attraverso il quale viene elargita la grazia, ma anche un pegno per assicurare ai fedeli di averla veramente e di fatto ricevuta.
E in secondo luogo, essendo i miracoli isolati ed applicazioni eccezionali della potenza divina, le loro condizioni non sono regolate da alcuna legge generale, e non si può dedurre che in altri casi una ripetizione degli stessi mezzi sarà seguita dallo stesso risultato. D'altra parte, essendo i sacramenti dati come ordinanze continue per l'uso dell'uomo durante tutto il tempo finché la Chiesa è militante qui in terra, l'elemento soprannaturale può essere considerato come un'energia permanente e uniforme, e quindi, se le condizioni prescritte, sia soggettivo che oggettivo, sono tutti debitamente realizzati, ci si può aspettare invariabilmente lo stesso risultato, lo stesso dono della grazia divina.
TH Orpen, Oxford e Cambridge Journal, 18 ottobre 1883.
Riferimenti: Giovanni 9:6 ; Giovanni 9:7 . S. Cox, Esposizioni, 4a serie, p. 194. Giovanni 9:6 . Omiletic Quarterly, vol. xvi., pag.
122. Gv 9:8-17. Rivista Omiletica, vol. xvi., pag. 228. Giovanni 9:8 . Omilista, nuova serie, vol. v., pag. 241. Gv 9:18-28. Ibid., vol. xvii., p. 140. Giovanni 9:21 . Spurgeon, Sermoni, vol. xxiv., n. 1393; D. Cook, Il pulpito di Dundee, p. 97.