Commento biblico del sermone
Giuda 1:17
Uso pratico delle epistole di Paolo.
I. L'uomo straordinario che Dio suscitò specialmente per portare il Vangelo ai Gentili deve esserci lui stesso familiare, se vogliamo studiare con profitto le sue epistole. Per avere un'idea intelligente di cosa fosse Paolo e di quale opera doveva fare, dobbiamo estendere la nostra lettura in qualche misura alla storia del tempo, e, anzi, a quella dei secoli precedenti. Inoltre, oltre a formarci nella nostra mente un'idea sufficiente delle circostanze dello scrittore, dovremmo anche conoscere quelle delle persone a cui furono scritte queste epistole.
Molto, infatti, del dubbio e della difficoltà che incombe su molti passi di san Paolo, nasce dal fatto che le persone non possono entrare nel suo carattere e nelle circostanze in cui le parole furono scritte.
II. Per ogni Vangelo, per ogni Epistola, è assolutamente necessario avere un'idea coerente e intelligente della persona e dell'ufficio di nostro Signore. Egli è il centro di tutti; in tutto Egli è esposto. Se non Lo conosciamo, non possiamo conoscerli. La mente spirituale non deve stare da sola nello studio della Scrittura, ma è di tutte le qualificazioni principali e incoronanti. Sebbene senza altri possa essere debole e limitato, altri senza di essa sono del tutto impotenti. Il contadino con la mente spirituale sa più della Bibbia del teologo senza di essa, ma il teologo con essa si trova nella posizione più alta di tutti.
H. Alford, Sermoni della Cappella del Quebec, vol. v., pag. 291.