Commento biblico del sermone
Luca 1:46
I. Come la Beata Vergine fosse fidanzata quando l'angelo Gabriele venne da lei, con le sue famose parole di saluto celeste sulle labbra, non lo sappiamo. Sappiamo solo che era dentro e immaginiamo lo stupore della fanciulla di essere così scoperta nella sua privacy; e così indirizzata, tra la modesta semplicità, per non dire la povertà, della sua casa. Molto singolari sono le testimonianze nella Scrittura della verginità riservata e premurosa di Maria, quelle indicazioni di uno spirito mite e quieto, che è di gran prezzo agli occhi di Dio.
"In lei abbiamo il profilo di tutto ciò che è meglio nella natura della donna, la modestia abituale, la riservatezza, la calma, la premura; tuttavia, se necessario, amore forte nella morte e capacità di soffrire cose a cui le nature più severe rifuggono. Soprattutto, hai quella santità di cuore che fa scendere angeli dal cielo per essere suoi compagni; sì, con la quale Dio stesso si accontenta di discendere dal cielo per abitare».
II. Dovremmo cercare di realizzare la solenne verità che in Maria l'atto della nostra prima madre fu in qualche modo capovolto, e la pena abolita; che nella sua persona vediamo una donna portare gioia a tutto il genere umano, come nella persona di Eva vediamo una donna portare una perpetua eredità di dolore. Questo non è un mero fatto storico, tanto meno una mera speculazione teologica. Come esperienza quotidiana, dobbiamo alla parte che la Beata Vergine si è fatta per sostenere nell'economia della redenzione dell'uomo il posto che oggi la donna occupa nella scala sociale.
Qualunque grazia del carattere dell'uomo sia simboleggiata da tali epiteti cristiani come cavalleresco e leale sono tutte una crescita successiva, sconosciuta al vecchio mondo, ma innestata, per così dire, sulla nostra rinnovata natura in Cristo. La lingua del vecchio mondo non aveva nome per queste cose. E perchè no? Semplicemente perché anticamente tali cose non esistevano! Non sto dicendo che non ci fosse pietà filiale, fedeltà coniugale e sincero attaccamento ai vecchi tempi della Grecia classica e di Roma.
Ma sto dicendo che tutti questi rapporti, il rapporto del figlio con il genitore, del marito con la moglie, hanno assunto un carattere molto più profondo, molto più elevato, molto più puro, perché hanno ricevuto un'impronta sacra, da quando il cristianesimo è venuto al mondo . E cosa, chiedo, cosa ha ristabilito l'equilibrio, riadattato la condizione perturbata del problema e, in una parola, fatto di noi ciò che siamo? L'inizio di tutta la questione si trova nel nostro testo.
JW Burgon, Novantuno brevi sermoni, n. 33.