Commento biblico del sermone
Luca 18:31
Perché Cristo ha sofferto.
I. La risposta a questa domanda è molto semplice. Soffrì come sacrificio per il peccato del mondo. Era l'atto ultimo e perfezionatore della Sua obbedienza, portare giù nella morte quella natura condannata a morte che aveva portato nella Divinità; sottoporre la sua Persona divina al contatto oscuro ea noi assolutamente misterioso con l'attualità della morte; e di togliere con la sua onnipotente potenza di scacciare da Sé la sentenza di morte che portava su di sé.
Ecco perché Cristo è morto; affinché Egli potesse nel Suo stesso Corpo, come Secondo Capo e Rappresentante inclusivo dell'umanità, pagare la pena di morte che gravava su quella virilità che in Lui era riassunta. La divinità del nostro benedetto Signore è un elemento assolutamente necessario per credere anche nella minima parte dei benefici e degli effetti della Sua morte. Se un uomo non lo sostiene fermamente e chiaramente, non ha idea di cosa si intenda con la dottrina dell'espiazione di Cristo per il peccato. La sua intera unità con il Padre sta alla radice stessa di tutto.
II. Procedo alla nostra seconda indagine. Certo, che era necessario che Cristo si sottomettesse alla morte per togliere il peccato del mondo, perché è morto come è morto? Rispondo anzitutto che non si può dire quanta profonda umiliazione, diserzione e angoscia fosse assolutamente necessaria, nell'alleanza che la sapienza infinita ha disposto, per fare di quella morte il pieno e sufficiente sacrificio, oblazione e soddisfazione, per i peccati dei il mondo intero.
L'analogia dell'intera vita del Redentore ci porta all'umile deduzione che niente di meno che una tale quantità di abnegazione, e sopportazione del dolore e contraddizione dei peccatori, è stato sufficiente per realizzare il suo potente scopo, anche nel suo nascosto e recessi insondabili, dove sgorgava dall'unità con la volontà del Padre. (2) Ma se guardiamo questa stessa cosa da un altro e da un punto di vista umano, anche a noi può essere resa chiara, piena e sufficiente la ragione per cui queste sofferenze avrebbero dovuto essere intraprese.
Il nostro benedetto Signore ce lo riassume in poche semplici parole: "Io, se sarò innalzato, attirerò tutti a Me". Queste stupende sofferenze del Figlio di Dio furono intraprese per togliere il peccato; il peccato del mondo; il peccato di ogni uomo; e furono intrapresi affinché ciascuno potesse essere potentemente costretto dalla potenza dell'amore divino mostrato in loro, ad assumere la libertà così acquistata per lui; vedersi completo in Cristo la sua soddisfazione davanti a Dio; vivere come uomo libero di Cristo, prevalendo e vincendo il peccato, e quotidianamente rinnovato con Dio.
H. Alford, Sermoni sulla dottrina cristiana, p. 166.