Commento biblico del sermone
Luca 22:51
I. Con un atto, in un momento, Cristo si è fatto riparatore della breccia. Il male che aveva fatto il Suo seguace fu cancellato; e per l'interposizione gentile di un atto speciale, l'uomo ferito non era il peggiore, ma piuttosto il migliore; e il male, di cui era stato occasione un Cristiano, fu neutralizzato dal suo Maestro. Sarebbe male per qualcuno di noi, se non ci fosse quel rifugio del pensiero su cui ripiegare, da tutte le cose sciocche e tutte le cose sbagliate dette e fatte, di cui in seguito ci siamo tanto rammaricati. Sarebbe tremendo pensare a tutta la scia di male che ci stavamo trascinando dietro, se non ci fosse un Cristo Cancellatore e Rettificatore.
II. C'è una grande differenza tra quei guai che vengono direttamente da Dio e quelli che passano a noi dalla mano dell'uomo. C'è una dignità e sacralità nell'uno e una quasi contaminazione nell'altro. Ma sarebbe un errore dedurre che un qualsiasi tipo di prova è più sotto il potere riparatore del Signore Gesù Cristo che un altro. Non importa dove risiedano la radice e la fonte dei guai, non appena vengono portati a Lui sono tutti uguali. Prendilo, in tutta la sua ampiezza, qualunque sia la ferita, e chiunque sia stato il ferito allo stesso modo Cristo è il Guaritore.
III. Malco, come abbiamo visto, era stato uno dei primi contro Cristo. Nella sua opposizione a Cristo si è fatto male. Cristo guarisce il male che era la conseguenza dell'opposizione a Sé. Le ferite peggiori che subiamo nella vita sono quelle che incorriamo schierandoci contro la luce, contro la convinzione, contro la verità, cioè contro Dio. Tutti noi abbiamo sopportato, e forse alcuni di noi ora sopportano, alcune di quelle ferite.
Il nostro unico rimedio sta in Colui, che in quel momento stavamo facendo il nostro nemico, quando ci siamo fatti male. E la meraviglia è come ci guarisce; non una parola di rimprovero, non un'ombra di rappresaglia; basta che siamo feriti, e non possiamo fare a meno di Lui quindi lo fa Lui. Non c'è guaritore di ferite se non il Signore Gesù Cristo.
J. Vaughan, Cinquanta Sermoni, 4a serie, p. 239.
Riferimenti: Luca 22:51 . Rivista Omiletica, vol. viii., p. 143; T. Birkett Dover, Il Ministero della Misericordia, p. 209. Luca 22:54 . AB Bruce, La formazione dei dodici, p. 469.