Luca 24:30

Cristo incontro con i dubbiosi.

La storia dei due discepoli che si recano al villaggio di Emmaus è quella che gli uomini in epoche successive hanno maggiormente legato alle proprie esperienze; quello che ha fatto di più per colmare il baratro tra loro e coloro che hanno visto e maneggiato la Parola di vita. Sono stati certi che fosse scritto per dire loro che questa Parola di Vita non è lontana da nessuno di loro; che è colpa loro e non sua se non ascoltano la sua voce e non lo seguono.

I. "Mentre comunicavano e ragionavano, Gesù stesso si avvicinò e andò con loro". L'evangelista non dice nulla per aumentare l'effetto dell'incontro; non una parola per farci sentire che si trattava di un evento nuovo nella storia del mondo, un evento che difficilmente si sarebbe ripetuto. E perchè no? Perché, temo, non sembrò a san Luca un avvenimento nuovo, o che si sarebbe ripetuto di rado.

Accettò la venuta di questo Straniero a questi discepoli come un segno di ciò che era sempre accaduto, quando due uomini che camminavano vicino a Gerusalemme, o camminando da qualche altra parte, avevano parlato insieme e ragionato. "Dove due o tre sono riuniti insieme nel Mio Nome, là sono Io in mezzo a loro".

II. "Prese il pane e lo benedisse", ecc. Se mi chiedi se il suo spezzare il pane in quella capanna sia stato un atto sacramentale, dovrei rispondere che credo che nessun atto di Cristo possa essere altro. Non era un pegno del suo chinarsi sugli uomini, della sua unione con gli uomini, del suo dominio sugli uomini? Ma se la domanda è: se questo spezzare il pane fosse simile a quello a cui siamo invitati, chi può comunicare in un sacrificio compiuto, chi può avvicinarsi a Dio per mezzo di un Sommo Sacerdote asceso? Rispondo, Cristo stesso ha parlato della sua dipartita al Padre come dell'inizio di ogni più alta conoscenza, come dell'apertura di un tale dialogo tra la terra e il cielo che non sarebbe mai stato possibile mentre si tratteneva con loro.

È perciò, ritengo, che siamo colpevoli di strana infedeltà e ingratitudine quando stimiamo la nostra posizione peggiore di quella di coloro che lo videro prima della passione, o nei quaranta giorni dopo la risurrezione. Deve essere migliore e più grandioso. Cristo si rivela non a qualcuno qua e là: è annunciato come il Re universale, come il Sacrificio universale. Come tali ci è permesso riceverLo. Come tali ci è permesso dichiararlo al mondo.

FD Maurice, Sermoni, vol. vi., pag. 33.

Riferimenti: Luca 24:30 ; Luca 24:31 . A. Maclaren, Pulpito del mondo cristiano, vol. i., pag. 9; E. Blencowe, Sermoni semplici a una congregazione di campagna, p. 229. Luca 24:31 . Spurgeon, Sermoni, vol. xii., n. 681; HW Beecher, Sermoni, 1a serie, p. 396.

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