Commento biblico del sermone
Luca 24:39
La risurrezione del corpo.
I. Possiamo imparare da questo testo, in primo luogo, che la risurrezione sarà la restaurazione di tutto l'uomo, nello spirito, nell'anima e nel corpo; una restaurazione del tutto in cui consiste l'integrità della nostra natura e l'identità della nostra persona. E questa è decisamente la speranza del Vangelo. La luce della natura non poteva mostrare questo mistero. I pagani raggiunsero solo l'immortalità dell'anima, e anche quella vedevano solo vagamente e spesso dubitavano.
Si è visto anche che anche la Chiesa più anziana ha visto questo mistero in luci spezzate e incerte. Senza dubbio videro, per così dire, la luce rifratta del mistero a venire; ma in un certo senso i loro occhi furono trattenuti, mentre ci amministravano cose più grandi di quelle che essi stessi concepivano, poiché san Paolo dichiara che la vita e l'immortalità sono messe in luce attraverso il Vangelo.
II. È chiaro che, tra coloro che sono risuscitati dai morti, ci sarà un riconoscimento perfetto, e che non si limiterà ai beati, ma, come la stessa risurrezione, comprenderà anche gli empi. Ne consegue, inseparabilmente dalla legge dell'identità personale, e dalla legge della responsabilità individuale, che dovrebbe essere così.
III. Questa dottrina getta una grande luce sulla vera dottrina di ciò che è la Chiesa. Non è una forma, o un pezzo di meccanismo, modellato dalla volontà umana, o messo insieme per gli usi e gli espedienti di uomini e nazioni; ma un mistero, partecipe di un carattere sacramentale, inquadrato e ordinato da Dio stesso. In una parola, la Chiesa è la radice della nuova creazione che risorgerà nella sua pienezza nell'ultimo giorno; è in parte terrestre, in parte celeste; c'è un corpo e uno spirito.
E sta sempre deponendo il suo velo mortale, gettando le sue foglie sere sulla terra e ritirando la sua vitalità nella sua fonte nascosta. La terra semina polvere santa e il mondo invisibile si riempie delle anime dei giusti. Già ora, nella chiara previsione dell'Eterno, al quale tutte le cose sono presenti nella loro pienezza, la Chiesa è completa in Cristo. Ma per noi che vediamo solo in parte e per aspetti rotti, e sulla superficie esterna, è imperfetto e a venire; eppure scorre e si dispiega continuamente di epoca in epoca.
SE Manning, Sermoni, vol. i., pag. 364.
Riferimenti: Luca 24:39 . Rivista del sacerdote, vol. iv., pag. 224; HP Liddon, Pulpito del mondo cristiano, vol. xxvii., p. 225; Ibid., Sermoni di Pasqua, vol. i., pag. 103; W. Page Roberts, Il liberalismo nella religione, pp. 51, 64.