Commento biblico del sermone
Luca 24:52,53
Warfare la condizione di vittoria.
I. Sarà bene se prendiamo in noi stessi e impariamo quella grande verità da cui gli Apostoli in un primo momento si rifuggirono, ma alla fine si rallegrarono. Cristo soffrì ed entrò nella gioia, così fecero, nella loro misura, dopo di lui. E, nella nostra misura, anche noi. Sta scritto che "attraverso molte tribolazioni dobbiamo entrare nel regno di Dio". In un momento o nell'altro della vita di ognuno c'è dolore, dolore e difficoltà.
Così è, e prima possiamo considerarla una legge della nostra condizione cristiana, meglio è. Viene una generazione e poi un'altra. Escono e riescono come foglie in primavera; in tutto questa legge è osservabile. Sono provati, e poi trionfano; sono umiliati e poi sono esaltati; superano il. mondo, e poi si siedono sul trono di Cristo. Suppongo che passerà molto tempo prima che qualcuno di noi riconosca e comprenda che il proprio stato sulla terra è, in una forma o nell'altra, uno stato di prova e di dolore; e che, se ha intervalli di pace esterna, questo è tutto guadagno, e più di quanto abbia diritto di aspettarsi.
Cerchiamo di abituarci a questa visione dell'argomento. La Chiesa, tutte le anime elette, ciascuna a sua volta, è chiamata a quest'opera necessaria. Una volta era il turno degli altri, ora tocca a noi. È come se a tutti noi fosse permesso di stare subito intorno al Suo trono, ed Egli chiamasse prima quest'uomo, e poi quello, per riprendere il canto da solo, ciascuno a sua volta dovendo ripetere la melodia che hanno i suoi fratelli prima di aver attraversato; o come se fosse una prova di forza o di agilità, e mentre la cerchia dei passanti guardava e applaudiva noi, uno dopo l'altro, in successione, eravamo attori del corteo.
Tale è il nostro stato che gli angeli stanno guardando, Cristo è andato prima che Cristo ci abbia dato un esempio affinché possiamo seguire i suoi passi. Qualunque sia il vostro problema, anche se siete soli, o Figli di un Padre Celeste, non abbiate paura! abbandonati come gli uomini nel tuo giorno, e quando sarà finito, Cristo ti accoglierà a Sé, e il tuo cuore si rallegrerà e nessuno ti toglierà la gioia.
II. Cristo è già in quel luogo di pace, che è tutto in tutto. È alla destra di Dio. È nascosto nello splendore dello splendore che esce dal trono eterno. Egli è proprio nell'abisso della pace, dove non c'è voce di tumulto o angoscia, ma una profonda quiete quiete, il più grande e terribile di tutti i beni che possiamo immaginare; quella più perfetta delle gioie, l'assoluta, profonda, ineffabile tranquillità dell'Essenza Divina. È entrato nel Suo riposo. Quella è la nostra casa; qui siamo solo in pellegrinaggio, e Cristo ci chiama alle sue numerose dimore che ha preparato.
JH Newman, Parrocchiale e sermoni semplici, vol. vi., pag. 221.
Riferimenti: Luca 24:52 ; Luca 24:53 . Omiletic Quarterly, vol. iii., pag. 127. Luca 24:53 . F. Kelly, Pulpito della Chiesa d'Inghilterra, vol. xiii., p. 244.