Commento biblico del sermone
Marco 7:28-29
Perseveranza meschina nella preghiera.
I. Considera l'esempio di fede che ci abbiamo dato qui. Sebbene gli apostoli siano stati respinti implorando in suo favore, tuttavia questa donna "piange" il nostro Signore, perché Lui solo potrebbe salvarla. E sebbene li avesse uditi dire che non era stato mandato a quelli della sua razza, tuttavia ripete la sua supplica, fiduciosa che avrebbe potuto aiutare chi voleva; non disse "Prega per me" o "Prega per me", ma "Aiutami", poiché credendo che l'aiuto fosse in Lui stesso da dare.
Ma nostro Signore si è compiaciuto di metterla alla prova ancora di più e più acutamente. Egli rispose e disse: "Non è opportuno prendere il pane dei bambini e gettarlo ai cani". Così, quando le rispose, le sue parole dapprima le furono più scoraggianti del silenzio. Ora chiama gli ebrei non solo pecore ma bambini, e la sua nazione cani. Non si riferisce più alla volontà di un altro: "Non sono inviato", ma rifiuta ciò che lei chiede, come se non fosse a suo giudizio che dovesse essere concesso.
Ma la donna, lungi dall'essere avvilita, fa per sé una nuova supplica proprio da quelle sue parole "Sì, Signore, eppure i cani sotto la tavola mangiano delle briciole dei bambini". Si riconosce cane, e gli ebrei figli, anzi padroni; ma proprio per questo motivo ella afferma di partecipare un po' ai benedetti privilegi della sua presenza e guarigione, così pienamente goduti, sebbene così poco apprezzati da coloro che non è riluttante a chiamare bambini, anzi, anche padroni.
II. E ora possiamo vedere, in parte, perché nostro Signore ha continuato a rifiutarla così a lungo. Sapeva che l'avrebbe detto; ed era sua benevola volontà darle occasione di esercitare e manifestare questa fede e umiltà. Altrimenti, se fosse stato suo proposito fin dall'inizio di rinnegarla, l'avrebbe comunque rifiutata, perché non era un semplice uomo da pentirsi e cambiare idea, così che non era con severità taceva, ma per svelare il tesoro nascosto della sua umiltà e fede; e anche per trarre dalla sua storia una piena assicurazione che, per quanto gravi e ripetuti gli scoraggiamenti che possiamo incontrare nella preghiera e nelle nostre aspirazioni alla santità, dobbiamo solo perseverare nella fede con umiltà, e otterremo nella fine un'abbondanza di benedizioni, tanto più ampia è la nostra fede è provata a lungo.
Sermoni semplici dei collaboratori di "Tracts for the Times", vol. vii., p. 28.
Riferimenti: Marco 7:24 . Pulpito del mondo cristiano, vol. iv., pag. 65. Marco 7:27 ; Marco 7:28 . Spurgeon, Sermoni, vol. xxii., n. 1309. Marco 7:28 .
Mensile del predicatore, vol. vi., pag. 50. Marco 7:28 ; Marco 7:29 . J. Keble, Sermoni dalla Quaresima alla Passione, p. 140. Marco 7:31 . Rivista del sacerdote, vol. iii., pag. 83; Omiletic Quarterly, vol. i., pag. 347.; HM Luckock, Impronte del figlio dell'uomo, p. 161; W. Hanna, La vita di Nostro Signore sulla Terra, p. 237.