Commento biblico del sermone
Matteo 1:24
I. Nessun uomo di cui leggiamo nella Scrittura fu tanto favorito come san Giuseppe, per quanto riguarda l'essere costantemente vicino alla persona del nostro Salvatore. Dalla nascita di Cristo alla sua stessa morte, che durò almeno dodici anni, e molto probabilmente molto più a lungo, Giuseppe fu il custode affidato di nostro Signore, ministro di Dio, specialmente chiamato e cresciuto a vegliare su quella santissima fanciullezza e giovinezza, e per proteggere la sua benedetta madre.
A giudicare dai comportamenti ordinari di Dio, non possiamo non supporre che egli fosse, più di quasi tutti, preparato e preparato per il Regno di Dio, al quale per così tanto tempo fu concesso di esercitare un ministero così vicino a Dio stesso.
II. La vita e la morte del padre che allatta Gesù Cristo ci insegna questa lezione a non mettere mai secondo gli avvertimenti di Dio, ma ad agire di conseguenza, con fede doverosa, immediatamente; proprio come Giuseppe, destato dal sonno, non perse tempo, ma subito fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato. Se avesse dubitato e ritardato, avrebbe perso la benedizione, la grande benedizione, di rimanere continuamente con Cristo.
Non perdiamo dunque tempo, ma cominciamo subito a mettere in pratica i santi propositi che lo Spirito di Dio può aver messo nei nostri cuori e che il nostro buon angelo attende di incoraggiare. Non c'è tempo come il tempo presente.
Sermoni semplici dei collaboratori di "Tracts for the Times", vol. viii., p. 285; vedi anche J. Keble, Sermoni per il Natale e l'Epifania, p. 149.
Riferimenti: Matteo 1:25 . Espositore, 2a serie, vol. ii., pag. 198; G. Gilfillan, Alfa e Omega, vol. ii., pag. 270; J. Keble, Sermoni per il Natale e l'Epifania, p. 189. Matteo 1 ; Matteo 2 E.
Gibson, Expositor, 2a serie, vol. iii., pag. 116. Matteo 2 HJ Wilmot-Buxton, Sermonette domenicali per un anno, p. 22.