Matteo 10:7

Impariamo da questo passaggio quanto sia necessario per tutti noi ricordare che il regno di Dio esiste ora nel mondo.

Tenere conto

I. Cosa significa questo ricordo. Il regno di Dio, il regno dei cieli, può apparire a molti un'oscura concezione, un mero modo di dire, una delle espressioni antiquate e inverosimili della Sacra Scrittura, appartenente allo stile ecclesiastico di un tempo, ma significa poco per la nostra cultura moderna. Eppure non è così. Gli ebrei ai quali fu annunciato per la prima volta possedevano la chiave del suo significato aspettavano il Messia, quel Re divino, che avrebbe stabilito il regno di Dio.

Peccato solo che così tanti di loro abbiano rovinato quella chiave intromettendo i propri pensieri mondani e carnali nella rivelazione divina. San Paolo contraddiceva le loro opinioni quando disse: "Il regno di Dio non è cibo e bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo". Il regno dei cieli è in mezzo a noi, perciò il cielo è sceso sulla terra. Dio è uscito dal suo luogo nascosto affinché possiamo conoscerlo come un popolo conosce il suo re, possiamo avere comunione con Lui e possiamo amarlo, come un suddito ama il suo sovrano.

La nostra fatica d'ora in poi non è più terrena e corruttibile; raggiunge il cielo. Qui con le nostre povere fatiche possiamo guadagnare per noi stessi beni eterni, possiamo avere comunione con il Dio eterno e con tutti i Suoi santi. Ciascuno lavora, non solo per se stesso, ma collaborando con tutte le forze del regno di Dio. Uno tende la mano all'altro, non solo per le cose immediate e visibili, ma per le cose eterne; lavoriamo insieme per il regno di Dio, e così il nostro lavoro si svolge nell'amore e nell'amicizia.

II. Chi sono quelli che hanno più bisogno di questo promemoria? (1) Coloro che sono ben soddisfatti della terra, che vivono ciecamente alla giornata, apparentemente ignari anche dell'idea di un regno di Dio. (2) Coloro che mediante la spiritualizzazione delle cose terrene cercano di trasformare la terra stessa nel regno dei cieli. A loro direi che il regno che vi sforzate di innalzare qui non è già un regno di sogni, ma un regno di gloriosa realtà; liberati dal tuo mondo incantato e credi nella verità che è apparsa in mezzo a noi! (3) Coloro che ritengono sufficiente la propria potenza per stabilire il regno dei cieli.

A loro direi: il cielo che deve riempirti di gioia e di letizia deve essere alto sopra di te; deve essere un cielo ricco e abbondante; deve scendere dall'alto. Ricevilo come dono di grazia. Non puoi prenderlo con la forza; diventa, allora, come un bambino, e ricevilo come dono dell'amore.

R. Rothe, Predigten, p. 52.

Riferimento: Matteo 10:7 ; Matteo 10:8 . T. Spurgeon, Pulpito del mondo cristiano, vol. xxvi., p. 152.

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