Commento biblico del sermone
Matteo 27:11
I. Profondamente interessante è notare, come traccia San Giovanni, il duello mortale che si combatte tra il governatore romano ei vescovi ebrei; un duello non meno reale, né condotto meno ferocemente, perché condotto sotto forme che lo velano in parte ai nostri occhi, così che solo in certi momenti si lascia manifestare l'intensa ostilità che anima lui e loro. Il conflitto è indeciso a lungo, ma alla fine i gerarchi ebrei sono vittoriosi.
E non c'è da stupirsi. Conoscono la propria mente e lui conosce solo a metà la propria. Sono coerenti, scrupolosi nel male, lui è debole e poco convinto nel bene. Forse Pilato avrebbe potuto osare qualcosa per la causa della giustizia e della verità; ma un'accusa a Roma, ea Tiberio, il più sospettoso di tutti i tiranni, questa non poté resistere; ed è con questo che i capi dei sacerdoti giudei lo minacciano.
Lo accuseranno a Roma di questo, della sua inopportuna indulgenza verso un ribelle e pretendente al trono di Cesare. Questo lo fanno capire chiaramente a Pilato, e questo basta. La sua coscienza sporca gli dice che, anche se in questa materia potesse scagionarsi, c'erano già abbastanza accuse di malversazione, di violenza, di crudeltà, che avrebbero potuto muovere contro di lui, e da cui sarebbe impossibile scagionarsi. Era pronto a portare le cose lontano, ma non osava spingerle così lontano. Consegnò loro Gesù perché fosse crocifisso.
II. E così finisce la tragedia di Ponzio Pilato uomo cattivo, ma non il peggiore di quel gruppo meraviglioso che è raccolto intorno alla Croce di Cristo, e sul quale quella Croce ha riversato un tale fiume di luce; che, in qualità di attori, simpatizzanti o approvatori, condividono la colpa primaria di quel reato; la cui colpa secondaria è condivisa da tutti noi. Un uomo cattivo, ma molto lontano dal peggio; e quindi l'esempio più terribile dei crimini in cui gli uomini possono essere coinvolti solo per mancanza di resistenza morale; perché chi ci può attestare con una così terribile chiarezza come lui, quanto poco giovano ai deboli movimenti verso il bene, anzi, come serviranno solo ad approfondire la dannazione di coloro che rifiutano di cedere loro obbedienza: chi, vedendo qual è il parte migliore, fallo ancora per i limiti della politica e della convenienza mondane,
RC Trench, Sermoni in Irlanda, p. 212.
Riferimento: Matteo 27:14 . Spurgeon, Mattino dopo Mattino, p. 93.