Commento biblico del sermone
Matteo 27:45
Venerdì Santo e le sue lezioni.
Ci sono due episodi esteriori registrati in connessione con la storia della crocifissione che imprimono sempre nella mente un senso di solennità: uno è lo squarcio del velo del Tempio, l'altro è l'oscurità che è registrata per essere passata sul volto della terra. Propongo di dire qualche parola sull'ombra scura che appartiene al meglio delle cose. Non dobbiamo scoraggiarci se scopriamo che la luce divina, venendo nel mondo delle nebbie e delle tenebre umane, è stata essa stessa a volte oscurata da quelle tenebre; e ora in questo grande giorno, in questa prova suprema della fede cristiana, sarebbe potuto sembrare che il cristianesimo si fosse rivelato un fallimento. La carriera più grandiosa, la causa più santa che sia mai apparsa sulla terra, si era conclusa non con uno splendido trionfo, ma con una triste e ignominiosa sconfitta. Che cosa, allora, impariamo da questo?
I. La prima lezione è la pazienza e la perseveranza. Dobbiamo essere pazienti con gli altri se inciampano in questa oscurità, se non trovano subito la strada verso la verità. C'è un'oscurità di luce per tutta la terra, o almeno un'ombra di suspense e di attesa in cui può ben essere che alcuni trovino il loro primo dovere di stare ad aspettare, per i quali il testo e il motto di Lutero sono i loro migliori decreto: "Nel silenzio e nella speranza sarà la nostra forza".
II. E in secondo luogo, l'oscurità del Venerdì Santo alla croce del Calvario è a somiglianza dell'opposizione che ciascuno di noi dovrebbe essere e sarà chiamato ad affrontare nell'adempimento del proprio dovere. Possono evitare offese solo coloro che rifuggono dai loro compiti assegnati, che cedono a tutto, e che così escono dalla vita senza essere contraddetti perché non se ne parlerà mai affatto. "Niente croce, niente corona;" vale a dire, se non c'è sforzo non ci sarà risultato che valga la pena avere.
III. L'oscurità della triste tragedia della Crocifissione, unita a ciò che seguì, ci ricorda questa verità ancora più consolante: i fallimenti non sono fallimenti perpetui. Il Venerdì Santo è stato un fallimento sotto tutti gli aspetti esteriori, ma dopo è arrivato il giorno di Pasqua, e il giorno di Pasqua è stato un successo completamente contrastante.
AP Stanley, Pulpito del mondo cristiano, vol. xvii., p. 193.
Riferimento: Matteo 27:45 . Spurgeon, Sermoni, vol. xxxii., n. 1896.