Commento biblico del sermone
Matteo 5:29,30
Questo è uno dei testi che la massa dell'umanità, se volesse confessarlo, sente piuttosto come un colpo quando lo legge. Lo sentono come un testo al quale sarebbe sgradevole per loro pensare molto. Si sentono disposti a ignorarlo con la speranza generale che non agiranno mai in modo contrario ad esso, evitando qualsiasi considerazione diretta di ciò che pretende da loro. Il motivo è evidente.
I. Il testo suggerisce l'idea generale di dover fare sacrifici definiti, distinti e talvolta anche improvvisi e acuti per amore della religione. Ci piace una prospettiva facile e comoda davanti a noi, così come un regalo comodo; e questa prospettiva, sebbene non effettivamente tolta a noi, è alquanto modificata da questo pensiero, e sentiamo che la solidità e la permanenza del nostro mondo qui è un po' scossa.
II. Ma questo non è, dopo tutto, il resoconto principale del significato peculiare e della formidabilità del testo; per questo è principalmente connesso al futuro, e riguarda le possibilità, mentre non è necessario andare al futuro o alle possibilità per scoprire l'applicazione peculiare del testo e la ragione della sua forza. Dalla formulazione vediamo subito che la sua principale incidenza è sul presente. "Se il tuo occhio destro o la tua mano ti offendono", dice; vale a dire, se ora ti offendono, il tempo è presente, la cosa che provoca l'atto, e che richiede il trattamento, esiste ora.
III. Il testo si trova nella più diretta e intransigente opposizione a quello che è solo l'atteggiamento più caro della mente umana verso il peccato. Ci dice di non supporre che possiamo incoraggiarci in approssimazione a qualsiasi indulgenza speciale a cui siamo attratti, e non ne abbiamo alcun peccato. Tutti questi approcci e manomissioni del peccato sono peccato, e snervano e corrompeno la mente, ne distruggono la semplicità e l'unicità e la sottraggono a Dio.
IV. Rispetto al modo in cui si deve supporre che il testo operi nella vita ordinaria, (1) il testo implica che gli uomini abbiano una certa conoscenza di se stessi e osservino le proprie debolezze e le cattive tendenze della loro mente. (2) Dobbiamo isolarci il più fortemente e decisamente possibile da tutte le vie e approcci ai nostri peccati particolari. Dobbiamo tenerci accuratamente lontani dalla tentazione. Il testo è in armonia con la richiesta del Padre Nostro: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male".
JB Mozley, Sermoni parrocchiali e occasionali, p. 1.