Commento biblico del sermone
Matteo 7:24-25
Costruire sulla roccia.
I. La vera religione è qui paragonata alla casa di un uomo. Perché, dopo tutto, la vita reale di ognuno è la sua casa. Ci muoviamo, infatti, in mezzo a tante scene all'aperto, e lì incontriamo tutte le varietà che danno al nostro mondo le sue luci e le sue ombre a scacchi. Ma, in confronto, queste cose esteriori sono ben poco per un uomo che può ritirarsi nel seno della sua famiglia, e comandarsi il riposo, il ristoro, l'accoglienza, i sorrisi e gli affetti di quel santuario di il cuore. Così è con la religione. Andiamo ad altre cose, torniamo a casa per quello.
II. Ora, di questa casa della mente, il Grande Insegnante ci dice che deve essere "costruita su una roccia". E una casa, qualunque essa sia, è una casa povera se è priva di fondamenta. Alcuni sbagliano nel guardare troppo le fondamenta; molti di più commettono l'errore molto più pericoloso e vitale di non esaminarli a sufficienza; sono occupati, questi uomini, a riempire le loro case di graziose fantasie, e ad indossare molti ornamenti, e ad innalzare pinnacoli di scintillante speranza mentre il tutto, da un capo all'altro, è cavo, e l'intero tessuto, da un momento all'altro, vacilla a è autunno. E così accade loro, in un'ora terribile in cui hanno più bisogno del rifugio, ecco, l'edificio, l'edificio senza base, è andato, e sono lasciati, senza riparo e nudi, alla furia della tempesta.
III. Come possiamo salire sulla Roccia? Rispondo: Trattando la Parola di Dio, ogni volta che ti incontra, come una realtà. Gestisci la Parola di Dio come un fatto. Seguilo implicitamente dove ti porta. Le promesse di Dio sono tutte di sforzo. L'obbedienza è fede. Perciò per ogni udienza ci sia un fare. Che ogni verità ricevuta abbia un riflesso nel comportamento. Perché colui che "ascolta e fa" è l'uomo saggio che edifica la sua casa su una roccia, ed essa sta in eterno.
J. Vaughan, Cinquanta Sermoni, 8a serie, p. 259.