Commento biblico del sermone
Proverbi 8:36
Chi è il "me"? È Sapienza. Chi è la Sapienza? È Cristo; Cristo è la Sapienza di Dio. Qual è la verità particolare del testo? È questo, che il peccato non è solo un'offesa a Dio, che nessun uomo ha visto o può vedere, ma è una ferita distinta e irreparabile per l'uomo, il peccatore stesso. Può essere difficile mostrare agli uomini che non dovrebbero peccare contro un essere che non hanno mai visto, o contro leggi spirituali e morali che non hanno avuto parte nel determinare.
L'uomo può, in queste circostanze, erigere una specie di difesa metafisica contro tale obbedienza; ma questa infelice possibilità è soddisfatta e annullata dal fatto inalterabile e spaventoso che non obbedire è soffrire, peccare è decadere e perire, allontanarsi dalla verità, dalla purezza e dall'onore è andare nelle tenebre e nella vergogna e nell'intollerabile tormento. Questa è l'enorme presa che Dio ha su di te.
I. Hai una forte natura emotiva; tu lo permetti. La mia domanda è: cosa ne farai? Sopprimerlo? Allora farai un torto alla tua stessa anima. Girarlo verso oggetti bassi? Allora svili uno dei doni più alti della tua natura. Devi usarlo. Il grande appello di Cristo è il nostro sentimento, la nostra emozione, il nostro omaggio, la nostra lealtà. "Chi pecca contro di me fa torto alla propria anima"; strappa i freni al grande organo del suo essere.
II. Hai una grande natura fantasiosa. Cosa ne farai? Chi pecca contro chi fa torto alla propria anima. L'intero universo materiale è una piccola gabbia d'uccello in confronto alle infinite risorse di Colui che non sviene, né si stanca, e della cui comprensione non c'è ricerca. Chi pecca contro di Me offende la propria anima, si sminuisce, banalizza la propria natura, spreca le sue forze, si rinchiude in una cella, quando potrebbe godere della libertà di un firmamento in continua espansione.
III. Hai una profonda natura morale. Cosa ne farai? Il Signore ci porta a giudizi pratici, a distinte conseguenze personali della nostra azione, e noi che rifuggiremmo da qualsiasi divinità meramente metafisica, da qualsiasi concezione filosofica del giusto, siamo tenuti a sentire nella nostra carne, sangue e ossa che abbiamo fatto sbagliato. Che cosa hai intenzione di fare? L'uomo buono fa del suo meglio; l'uomo cristiano tira fuori il meglio di sé; la rettitudine fa sì che un uomo realizzi il più grande dei suoi poteri, la più ampia delle sue capacità, e gli impartisce mentre percorre le tappe celesti che sono armonizzabili con una vita sulla terra.
Parker, Fontana, 18 ottobre 1877.