Commento biblico del sermone
Romani 3:1-2
La preziosità della Bibbia.
I. Pensa alla meravigliosa provvidenza che ha vegliato sulla Bibbia fin dall'inizio. Non c'è miracolo paragonabile a quello che ci ha preservato le Scritture in mezzo a tutte le convulsioni della società, dopo tanti secoli di persecuzioni, abbandono, superstizione e ignoranza che dovremmo possedere ancora gli scritti di Mosè nella loro freschezza, che miracolo della provvidenza è quello!
II. L'Antico Testamento presuppone il Nuovo. Nessuno dei due sarebbe intelligibile senza l'altro. Ed entrambi allo stesso modo hanno la stessa trama misteriosa, chiamatela tipica, mistica, spirituale, o come volete, per cui gli eventi comuni della vita degli uomini e il corso ordinario della storia umana si trovano ad essere espressivi di verità celesti per essere istintivi con l'insegnamento più divino intessuto in proprio nel mezzo della sacra narrativa; dall'Alfa all'Omega di essa si trovano i misteri della redenzione, gli scopi segreti e le pratiche di Dio.
E perché tutto questo se non perché Dio stesso è in essa, perché il suo Spirito l'ha ispirata in ogni parte? La Scrittura è il vero santuario dell'Eterno, il Santo dei Santi, in cui dimora la Shekinah della Gloria, e dove si sente la voce di Dio che parla all'uomo. È chiamata Parola di Dio, meno perché è la sua espressione, quanto perché è divina oltre che umana condivide la natura di Colui il cui nome in cielo è anche ora la Parola di Dio.
E ho bisogno di soffermarmi sul grande mistero di tutto, la terribile circostanza che il vangelo non solo ci parla del Figlio eterno venuto nella carne, ma ce lo mostra effettivamente? In quale relazione, allora, con gli antichi oracoli di Dio si trova Cristo nostro Salvatore a stare come testimone costante della loro verità infallibile, del loro valore supremo, della loro origine divina? Sono per sempre sulle Sue labbra. Che meraviglia se, in risposta alla domanda su quale fosse il vantaggio dei Giudei, l'Apostolo rispondesse: «In ogni modo», soprattutto perché a loro erano stati affidati gli oracoli di Dio.
JW Burgon, Novantuno brevi sermoni, n. 3.
Riferimenti: Romani 3:1 ; Romani 3:2 . G. Brooks, Cinquecento contorni, p. 203; RW Chiesa, Pulpito del mondo cristiano, vol. xxviii., p. 113; Mensile del predicatore, vol. x., pag. 193. Romani 3:4 .
HW Beecher, Sermoni, 3a serie, p. 168. Romani 3:6 . B. Jowett, Sermoni della Chiesa, vol. ii., pag. 273; G. Brooks, Cinquecento contorni, p. 312. Romani 3:9 . Mensile del predicatore, vol. ii., pag. 93.