Commento biblico del sermone
Romani 8:26
Lo Spirito aiuto alla preghiera.
Il dono più alto di Dio è quello che è uguale per tutti. Abbiamo bisogno dello Spirito per tutte le opere che dobbiamo fare. Non possiamo pronunciare una parola vera, onesta e sana a meno che non Gli chiediamo di insegnarci cosa diremo e come lo diremo.
I. Cosa dobbiamo fare quando sentiamo di non poter pregare? come se quella fosse la difficoltà più grande di tutte? È lo Spirito che ci aiuta, non solo a pensare ea fare, ma anche a pregare, che attira i nostri desideri verso Dio, che parla per noi e in noi più di quanto sappiamo. È molto meraviglioso, ma deve essere così. Non potremmo pregare se Dio stesso non suscitasse in noi la preghiera. Non siamo noi che per primi cerchiamo la comunione con Lui; Cerca di avere comunione con noi. I figli iniziano a chiedere il loro Padre perché il Padre ha cercato prima i suoi figli.
II. Non è un pensiero benedetto che lo Spirito stia emettendo i Suoi gemiti per la liberazione di questo nostro mondo da tutti i suoi peccati, schiavitù e miseria? Non dovremmo rallegrarci del fatto che Dio sappia qual è la mente dello Spirito, poiché è la Sua stessa mente? Non dovremmo confidare, con tutto il cuore, che la sua volontà sia finalmente fatta sulla terra come in cielo? E non pensare che coloro che hanno pregato questa preghiera qui sulla terra la preghino con meno fervore quando lasciano la terra.
Allora le loro lingue sono sciolte; allora possono pregare per noi e per tutti i loro amici che combattono quaggiù, come lo Spirito di Dio vorrebbe che pregassero; allora cominciano a sapere che nessuna preghiera o gemito che sia stato pronunciato nella camera più bassa o nella prigione più buia sarà vano. Lo Spirito di Dio ha ispirato queste preghiere e questi gemiti, e il Suo nuovo cielo e nuova terra saranno la risposta a loro.
FD Maurice, Sermoni nelle chiese di campagna, p. 80.
Riferimenti: Romani 8:26 . Omilista, vol. vi., pag. 410; Rivista del sacerdote, vol. iii., pag. 12; W. Harris, Pulpito del mondo cristiano, vol. xiv., pag. 320; J. Silcox, Ibid., vol. xxxii., p. 104; HW Beecher, Sermoni, 9a serie, p. 296; D. Moore, Pulpito di Penny, n. 3149; M. Rainsford, Nessuna condanna, p. 122; F. Paget, Pulpito anglicano di oggi, p. 447; T. Birkett Dover, Un manuale di Quaresima, p. 27; G. Brooks, Cinquecento contorni, p. 217.