Commento biblico del sermone
Salmi 121:3
Ci sono momenti della vita di ogni uomo, stati d'animo della mente di ogni uomo, in cui niente è più accettabile del ricordo di alcune di quelle verità fondamentali della religione da cui spesso ci allontaniamo come elementari o banali. Tale verità, così certa, così fondamentale, così confortante, è quella della provvidenza inesauribile di Dio, una verità, o meglio un fatto, che è stato il sostegno incessante di tutti i servi di Dio in ogni epoca, e nella fede da cui dipendono tutta la nostra felicità nella vita, tutta la nostra speranza nel pericolo e nella difficoltà, tutta la nostra forza e consolazione nei momenti di sofferenza e di angoscia.
I. La provvidenza di Dio deve essere o minuziosa e universale o nominale e nugativa. Se Dio fa qualcosa, deve fare ogni cosa. La stessa grandezza di Dio, la differenza tra Lui e le sue creature in quanto a conoscenza e potenza, si mostra in niente di più infallibile che in questo, che Egli sa coniugare il dominio universale con la sovrintendenza particolare, il dominio irresistibile degli imperi e dei mondi.
con la più minuziosa direzione degli interessi individuali, la più tenera preoccupazione per il sentimento individuale. Cosa ci insegna allora questo? Come possiamo avvalerci della verità così rivelata?
II. Ciascuno dica a se stesso che non è il linguaggio dell'autoesaltazione che Dio si prende cura di me. Il Signore pensa a me. Valgo agli occhi di Dio, non per quello che sono senza di Lui, ma per quello di cui mi ha reso capace, e per amore di Colui che mi ha comprato col suo preziosissimo sangue. Non è stato un caso, ma per volontà e operazione di Dio, che il tempo, il luogo e le circostanze del mio essere sono stati tutti stabiliti.
III. Ricorda che all'occhio vigile di quella Provvidenza che ordina tutte le cose non possiamo sfuggire se volessimo. O nell'amore e nella tenera compassione, oppure (secondo le paurose parole del profeta) con furore riversato, Dio deve regnare su di noi. Non è una questione di scelta se saremo sotto di Lui o se saremo i nostri stessi padroni. Suoi siamo. "Dove andrò dunque dal tuo spirito, o dove andrò dunque dalla tua presenza?"
CJ Vaughan, Sermoni di Harrow, seconda serie, p. 164.