Commento biblico del sermone
Salmi 130:8
I. Queste parole ci parlano, in primo luogo, di una Persona. Conosciamo quella Persona? Conosciamo tutti bene la Sua storia; noi ci crediamo, senza dubbio: ma questa fede colora le nostre vite e modella le nostre azioni? Questa è la domanda. L'anima, nella sua individualità separata, tende forse a un Dio personale, che già adesso può toccare in virtù di un'unione sacramentale, e al quale può già parlare in preghiera ed essere certa di un'udienza?
II. Quanto è attento il nostro benedetto Signore a insegnarci la verità; quante volte quel tremendo "io sono" ci si confronta proprio all'inizio di gran parte del suo insegnamento; e nella sua unica persona si vede riassunta tutta la verità. Non ci insegna alcuna dottrina su se stesso. Dal primo all'ultimo, il suo insegnamento è Lui stesso; Egli è l'espressione di tutto ciò che ha insegnato. Dal primo "Io sono" lontano nelle pagine della storia del vecchio mondo fino all' "Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine" del libro dell'Apocalisse, è così.
III. La redenzione implica sia la riconduzione di Colui che ha versato il suo sangue per noi, sia la vittoria di Colui che è il nostro Re. Nel cristianesimo siamo condotti attraverso l'obbedienza al regno, attraverso le sofferenze alla corona. Se Cristo è Re, chiede la nostra resa personale; se Cristo è il Redentore, ci chiama a venire a Lui per la purificazione: ma poiché Lui stesso è verità, cerca la realtà in tutti i nostri approcci a Lui.
Sforziamoci di conoscere il nostro Dio mediante l'accesso personale a Lui e, conoscendolo, sforziamoci di servirLo sempre meglio. Procediamo verso la meta, finché impariamo a conoscere perfettamente Colui, che solo può "redentare Israele da tutte le sue iniquità", che solo è "Re dei re e Signore dei signori".
Vescovo ER Wilberforce, The Awaking Soul, p. 88.