Commento biblico del sermone
Salmi 139:19-24
I. C'è una particolarità espressiva in questo Salmo che certamente non dovremmo trovare in nessun inno cristiano, e che non può non colpirci. Cosa può esserci di più notevole del contrasto tra la prima parte del testo e la sublime meditazione che precede? Ci fa trasalire così essere trasportati dai pensieri dell'onniscienza e onnipresenza di Dio e della Sua provvidenza sovrintendente e amore vigile nel mezzo di un conflitto in cui si risvegliano le passioni umane, per trovare sfogo in forti invettive.
È impossibile nascondere il fatto che nel Salterio percorre questo spirito di odio intenso contro la malvagità e gli uomini malvagi. In molti casi, senza dubbio, il senso dell'ingiustizia, della violenza e della persecuzione lo spinge a una vita più acuta. I salmisti sono sempre in minoranza, sempre dalla parte debole, umanamente parlando. Ma sono profondamente convinti che la loro causa sia giusta. Sono sicuri che Dio è dalla loro parte. Odiano il male con tutto il cuore, perché amano Dio con tutto il cuore.
II. Ma ora la domanda si impone su di noi, siamo giustificati nell'usare queste parole amare e brucianti? È giusto pregare: "Oh che tu possa uccidere i malvagi, o Dio"? Queste parole sono in armonia con la coscienza cristiana? (1) È abbastanza chiaro che la corrente generale del Salterio, la tensione e il tono del sentimento che lo attraversano, non possono essere antagonisti alla nostra coscienza cristiana, altrimenti la Chiesa cristiana in tutto il mondo non avrebbe adottato il Salterio come suo libro perpetuo di devozione.
Pertanto, sebbene nel Salterio vi possano essere singole espressioni, imprecazioni e parole ardenti, che non sono adatte alla bocca dei cristiani, dipendono da ciò che tutta la tensione del Salterio, severamente opposta al male, non si oppone alla coscienza cristiana. (2) Il Nuovo Testamento non è così del tutto contrario allo spirito e all'insegnamento dell'Antico su questo punto come talvolta si afferma. La differenza principale sta qui: ( a ) che nel Nuovo Testamento ci viene insegnato a sopportare il torto molto più lontano di quanto fosse possibile o concepibile prima che Gesù nostro Maestro ci desse un esempio da seguire nelle Sue orme, e ( b) che ci viene insegnato da Lui e dai suoi Apostoli ciò che non ci viene insegnato distintamente dai salmisti e dai profeti: distinguere tra il peccatore e il peccato, tra la malvagità che fa l'uomo e l'uomo stesso; che dobbiamo cercare di sradicare la malvagità senza sradicare i malvagi dalla terra; che, con la pazienza di Dio, dobbiamo sopportare il male e cercare di riformare il male, anche mentre desideriamo vederlo finire. (3) Non possiamo nutrire un odio personale; non possiamo cercare una vendetta personale. Ma è nostro dovere odiare la malvagità e i personaggi malvagi con tutto il nostro cuore.
JJS Perowne, Sermoni, p. 68.