Commento biblico del sermone
Salmi 143:12
I. Che cosa rende quel titolo simile a Cristo un "servo" un servo di Dio e un servo dell'uomo per amor suo? È stato promesso nella tua prima e grande alleanza nella vita che saresti stato sempre un servitore di Dio; ma prima che tu prenda veramente il tuo posto nella casa di Dio, ci deve essere uno speciale atto volontario da parte tua, che è il tuo impegno. La prima domanda allora è: con un preciso atto di tua volontà ti sei dato a Dio per essere Suo servo?
II. Fatto questo, la domanda successiva è: cosa contraddistingue un servitore? La parola giusta sarebbe "schiavo". È la parte di un vero servitore fare tutto ciò che il suo padrone desidera che faccia. È pronto a tutto. La ragione è che opera per amore; e perciò tutto ciò che fa lo fa con volontà, piacevolmente, amorevolmente, fedelmente.
III. Dio dà ai Suoi servi un salario per quello che fanno? Si Sempre. La salvezza non è salario; il paradiso non è salario. Dove sono dunque i salari delle opere buone? (1) Molto spesso provvidenze, a volte felici, a volte amare, ma entrambe salario; (2) coscienza una buona coscienza; (3) crescita: più grazia, più luce, più pace, più fede e più presenza di Cristo; (4) e in cielo i gradi, le misure superiori e le capacità di gloria attribuite secondo il servizio svolto.
J. Vaughan, Sermoni, dodicesima serie, p. 61.
I. Non abbiamo nulla a che vedere con il senso storico di questi e altri passi simili; non è, e non può essere, nel loro significato storico e umano, che i Salmi siano il perpetuo deposito di preghiera e di ringraziamento per il popolo di Dio in ogni epoca. Ma il significato spirituale di queste parole esprime una verità eterna che dovremmo fare male a non ricordare. Abbiamo nemici; abbiamo quelli che affliggono la nostra anima; il Salmista parlava una lingua che può far risuonare ogni servo di Dio; e questi nemici stanno portando la nostra anima ogni giorno vicino all'inferno.
II. Queste parole sono importanti, perché vediamo che se siamo indolenti o sonnecchianti, abbiamo un nemico che è sveglio; che come speriamo nell'aiuto dello Spirito di Dio, così abbiamo contro di noi la potenza dello spirito del male; che, con un'opera davvero misteriosa e incomprensibile, come l'opera dello Spirito di Dio, non meno, ma con un frutto chiaramente manifesto, c'è un'influenza impegnata a disfare ogni opera di grazia nelle nostre anime, a scacciare ogni pensiero di penitenza o d'amore, nell'istigare ogni cattivo desiderio, nell'approfondire ogni torpore spirituale. Il bisogno che abbiamo di questa preghiera rende non meno necessario che la nostra fatica e la nostra vigilanza siano proporzionate ad essa.
T. Arnold, Sermoni, vol. v., p. 331.