Commento biblico del sermone
Salmi 4:4,5
Per le persone che sono abbattute e dubitano di quale sia la loro speranza di perdono, santificazione e accettazione finale, la risposta divina non è nulla di mistico e sconcertante, nulla implica che la nostra condizione non sia di pericolo e difficoltà, né, ancora, qualcosa che possa scusate i sentimenti di disperazione, come se non ci fosse speranza, o di presuntuosa indolenza, come se Dio portasse gli uomini in cielo, che cerchino di servirlo o no; nulla di tutto questo si trova in questi oracoli di Dio, ma un ammonimento al tempo stesso chiaro, solenne, incoraggiante, ammonimento: "Rimani con timore reverenziale e non peccare; comunica con il tuo cuore sul tuo letto e stai calmo", a al quale subito lo Spirito Santo risponde: «Offri i sacrifici di giustizia e riponi la tua fiducia nel Signore».
I. Non puoi non osservare quanto chiara, semplice e non appassionata, quanto lontana da tutte le idee sconcertanti e da tutte le altezze esuberanti e voli di sentimenti, sia la descrizione qui data del convertito pentito, il figlio accettato di Dio. Il temperamento e l'indole d'animo a lui congeniali sono lontani da ogni fiducia e presunzione, temendo sempre che non ritorni di nuovo al peccato e alla follia, studiando più di ogni altro libro il libro del proprio cuore e della propria coscienza, compresi dalla luce della Scrittura. Mentre offre i sacrifici della giustizia, ripone la sua fiducia non in essi, ma nel Signore, anche nel Signore Gesù Cristo, suo Redentore.
II. Nota con quale tono solenne di avvertimento viene pronunciato il brano. Le parole del testo implicano chiaramente la grandezza del nostro pericolo, il pericolo di dimenticare in presenza di chi siamo, e di tornare nuovamente al peccato e alla perdizione. È positivo per noi vedere abbattuta la nostra fiducia e il nostro spirito elevato e farci conoscere e sentire ciò che siamo e da chi dobbiamo dipendere.
III. Osserva quanto è rassicurante la visione qui presentata del nostro stato e dei nostri doveri religiosi. Non ci viene insegnato a molestare noi stessi con dubbi sulla nostra accettazione finale, a cercare particolari convinzioni interiori di sentimento; è necessario che restiamo in soggezione, e non pecchiamo, e offriamo i sacrifici della giustizia.
IV. Siamo qui stimolati e incoraggiati a uno sforzo attivo, ammoniti dal confidare in una professione pigra e inattiva, e esortati e avvertiti a essere fruttuosi in tutte le buone opere.
Sermoni semplici dei collaboratori di "Tracts for the Times" vol. i., pag. 19.
Riferimenti: Salmi 4:4 ; Salmi 4:5 . G. Matheson, Momenti sul monte, p. 213. Salmi 4:5 . G. Brooks, Linee di sermoni, p. 134.