DISCORSO: 2499
EPISTOLA A FILADELFIA

Apocalisse 3:8 . Conosco le tue opere: ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, e nessuno può chiuderla: perché hai un po' di forza, e hai osservato la mia parola, e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, li farò della sinagoga di Satana, che dicono di essere ebrei, e non lo sono, ma mentono; ecco, li farò venire ad adorare davanti ai tuoi piedi, e a sapere che ti ho amato.

Poiché hai mantenuto la parola della mia pazienza, anch'io ti proteggerò dall'ora della tentazione, che verrà su tutto il mondo, per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra. Ecco, vengo presto; tieni forte ciò che hai, affinché nessuno prenda la tua corona .

In questa Chiesa, come in quella di Smirne, il Signore non vedeva nulla da condannare: e perciò, nell'epistola loro scritta, non c'è parola né di rimprovero né di minaccia. È vero, che gli elogi loro impartiti non sono così copiosi ed energici come quelli a cui si rivolgevano alcune altre Chiese: ma non è poca lode a loro, che nulla fu trovato tra loro degno di rimprovero.

Una tale mediocrità di carattere non è affatto spiacevole agli occhi di Dio. Infatti, ammettendo che la pietà di un uomo non è tanto esaltata sotto alcuni aspetti come quella di altri, tuttavia, se è priva di quella lega infelice che in molti casi svilisce e degrada la professione di cristiani più illustri, è più gradita a Dio sul totale. Leggiamo di alcuni che erano “come una torta non girata [Nota: Osea 7:8 .

];” bruciati, per così dire, da un lato, mentre sono del tutto pastosi dall'altro. In contrasto con tali personaggi, si approvano maggiormente come "figli di Dio, che sono irreprensibili e innocui, e irreprensibili, in mezzo a una nazione perversa e perversa [Nota: Filippesi 2:15 .]".

Le parole che ho letto contengono l'intero discorso di nostro Signore alla Chiesa di Filadelfia; con l'eccezione della promessa conclusiva a coloro che alla fine vinceranno nella guerra cristiana; la quale promessa costituisce la chiusura di ogni epistola. Affinché io possa presentartelo in una visione completa e renderlo il più utile possibile a noi stessi, considererò,

I. Gli argomenti peculiari qui affrontati loro -

I soggetti appariranno tutti nel loro ordine, se contrassegniamo,

1. La testimonianza portata—

[Nostro benedetto Signore aveva «posto davanti a quella Chiesa una porta aperta» per il ministero del Vangelo e il godimento delle sue benedizioni; e, per sua speciale provvidenza, si era premurato che “nessuno lo chiudesse”. Una grande opposizione, infatti, era stata loro rivolta, e contro di loro era infuriata la più violenta persecuzione: ma essi «avevano osservato la parola di Cristo», anzi «la parola della sua pazienza»; che è così chiamato, perché nessuno lo abbraccia mai bene senza avere abbondanti occasioni di pazienza, mentre lo tiene stretto e si sforza di adornarlo con una conversazione adeguata.

Le prove che avevano sopportato in conseguenza dell'adesione a quella parola erano state estremamente pesanti. Eppure, nonostante “possedano poca forza, si erano approvati fedeli al loro Signore e non potevano in nessun caso essere indotti a “rinnegare il suo nome”.
Ora, questa era una testimonianza onorevole; e tanto più, perché «la loro forza era piccola». Se i loro talenti erano scarsi, si sforzavano di impiegarli all'onore del loro Signore: e così facevano verso di lui un servizio buono e accettevole.]

2. La promessa data—

[Questo era adatto all'occasione. Stavano arrivando alla Chiesa prove molto più dure di quelle che avevano ancora sopportato. La persecuzione sotto l'imperatore Traiano sembra essere quella a cui qui si fa più particolarmente riferimento: perché durò quattordici anni, e distrusse molte migliaia di cristiani in tutto l'impero romano. Dio ha permesso che queste persecuzioni sorgessero, "per la prova del suo popolo", e che si facesse una distinzione visibile tra coloro che erano retti e coloro che erano dissimulatori di Dio.

Ora, a queste persecuzioni la Chiesa di Filadelfia sarebbe stata esposta tanto quanto le altre, se Dio non avesse, in parte, scongiurato la tempesta: ma Egli, in misericordia verso il suo popolo fedele, e in compenso della sua fedeltà , li protesse in qualche modo dalla violenza della tempesta e, con la potente opera della sua potenza, consentì loro di sostenere qualunque parte di essa gli fosse permesso di cadere su di loro: adempiendo così loro quella preziosa promessa: «Dio è fedele ; il quale non lascerà che siate tentati al di sopra di quanto potete, ma con la tentazione troverà anche una via di scampo, affinché possiate sopportarla [Nota: 1 Corinzi 10:13 .]».

Ma assicurò loro inoltre, per loro conforto, che quei maestri giudaizzanti che si vantavano della loro eminenza come cristiani, mentre in realtà non erano affatto cristiani, ma “della sinagoga di Satana”; che loro, dico io, che erano i loro più inveterati nemici, “dovrebbero venire e adorare ai loro piedi” e “confessare che proprio queste persone che avevano perseguitato erano davvero le preferite del loro Dio.

” Such cases had often occurred, in the history of the Lord’s people [Note: Genesi 50:15; Ester 8:17.]; and such should occur to them. In what way, and to what extent, this was fulfilled to them, we are not informed: but there can be no doubt, but that, in many instances, their piety was instrumental to the conviction of their enemies, and, in many instances too, to their conversion: so that what had been fulfilled in the Centurion at our Lord’s death [Note: Matteo 27:54.

], and in the Jailor at Philippi [Note: Atti degli Apostoli 16:33], was, to a very great extent, realized in them; agreeably to that prophetic declaration, “The sons of them that afflicted thee shall come bending unto thee, and all they that despised thee shall bow down themselves at the soles of thy feet: and they shall call thee, The city of the Lord, The Zion of the Holy One of Israel [Note: Isaia 60:14.].”]

3. The caution administered—

[Blameless as they were, and hitherto victorious, yea, and protected by the special providence of their God, yet did they need to be stirred up to holy vigilance, and to persevering exertion in the divine life. Thus far they were entitled to a crown of life: but still they were on the field of battle, and must not indulge security or remissness, “lest their crown should, after all, be lost.” True, the time for their sufferings and their labours was but short, because their “Lord was coming quickly,” to terminate the one, and to reward the other.

But still, till he should come, and dismiss them from their warfare, they must “hold fast” every principle they had received, and every practice they had maintained: for on their steadfastness, in fact, depended the final possession of their crown. If they “turned back, it would be unto perdition [Note: Ebrei 10:39.

];” and “if they were again overcome by the world which they had vanquished, their last end would be worse than their beginning [Note: 2 Pietro 2:20.].” It was only “by being faithful unto death, that they could finally secure the crown of life [Note: Apocalisse 2:10.]”

Having thus brought into view the substance of our Lord’s address to this highly-favoured Church, and opened the subjects contained in it, I proceed to point out,

II.

The improvement which we should make of them, for our benefit at this time—

Truly, in these subjects, we may find much,

1. To encourage the weak—

[Many are discouraged because “they have but little strength.” But what a mercy is it to possess any strength at all! The great mass of mankind are led captive by their spiritual enemies, yea, “are led captive by the devil at his will.” Surely, then, to have strength for the combat, even though it be but little, is a blessing for which we never can be sufficiently thankful. Be it so, “our enemies live and are mighty:” but still, “He that dwelleth on high is mightier;” and his strength, if only we trust in him, “shall be made perfect in our weakness [Note: 2 Corinzi 12:19.

].” It should seem that our God and Saviour takes peculiar care to impress on our minds a sense of our weakness, on purpose that we may be led the more simply and implicitly to trust in him. What is weaker than a sheep in the midst of devouring wolves and lions? yet, says our blessed Lord, “Fear not, little flock; for it is your Father’s good pleasure to give you the kingdom [Note: Luca 12:32.

].” We cannot conceive of any thing more disproportionate than the power of a worm to effect any extensive change upon a mountain: yet says God to his people, “Fear not, thou worm Jacob: for thou shalt thresh the mountains, and beat them small, and shalt make the hills as chaff, fanning them with irresistible power, and scattering them as a whirlwind [Note: Isaia 41:14.

].” Who, then has any reason to despond or be discouraged on account of either the power of his enemies, or the smallness of his own strength? Only see what God enabled the Philadelphian Christians, notwithstanding their weakness, to effect; and the very least amongst you may find reason to “glory rather in your infirmities, because, when you are weak, then are you really strong [Note: 2 Corinzi 12:9.

].” Not but that we should desire to grow “from babes to young men, and from young men to fathers;” but in a sense of our extreme weakness we never can exceed. To our latest hour we must be “strong only in the Lord, and in the power of his might:” and, if we be “strong in the grace that is in Christ Jesus,” then shall “we be able to do all things through the strength that we derive from Him [Note: Filippesi 4:13.],” and shall “be more than conquerors through Him that loveth us [Note: Romani 8:37.].”]

2. To establish the wavering—

[Who is there that has not been tempted, on some occasions, to a dereliction of his duty? If the Christians of the Philadelphian Church, blameless as they were, and steadfast as they had been in such violent persecutions, yet needed that solemn admonition, “Hold fast that thou hast, that no man take thy crown,” surely we, who have been so often drawn aside by the allurements of the world, and the corruptions of our hearts, and the devices of our great enemy, need to have it impressed deeply on our minds.

Now, let me suppose one of you to be going into worldly company and worldly pleasures, or to be plunging yourselves unnecessarily into worldly cares; and to be at the same time, as must necessarily be the case, declining in spirituality of mind, and in heavenly zeal; what shall I say to you? What? O think what you have at stake, and are likely to lose—a “crown!” a kingdom! Again, if there be one of you that is yielding to the fear of man, or “putting his light under a bushel” for fear of its offending some friend, some patron, or some enemy; What shall I say to you also, but this? Think what you have at stake—a “crown!” a kingdom! Who, in his senses, would risk the loss of this, for any thing that this world could give or take away? I pray you, contemplate the glory and felicity of heaven: yea, and take into the account, also, the sad alternative—the shame and misery of hell.

Will you expose yourselves to the loss of the one, and the consequent endurance of the other, for any transient pleasure, or to avoid any momentary pain? O beg of God, I pray you, that you may not “fall from your own steadfastness [Note: 2 Pietro 3:17.],” and “make shipwreck of your faith.” What does Demas now think of his apostasy? And what will you think, in a little time, of all which appears now so fascinating to your minds? I charge you, brethren, before God, yield not to the tempter; but “be steadfast, immoveable, and always abounding in the work of the Lord; forasmuch as ye know that your labour shall not be in vain in the Lord [Note: 1 Corinzi 15:58.].”]

3. To humble the self-confident—

[What would those, of whom our Lord speaks in my text, who “said they were Jews, the real people of the Lord, whilst they were not, but did lie, and were in reality of the synagogue of Satan;” what, I say, would they have replied to the accusation in my text? Methinks, there would have been no bounds to their indignation. But it was true, notwithstanding. And it is true, also, of many at this day.

Un orgoglioso scettico o infedele si chiamerà cristiano: ma “mente”. Un eretico presuntuoso e polemico, che non ha zelo se non per alcune sue nozioni, con le quali si sforza di dividere la Chiesa di Cristo, può chiamarsi cristiano: ma «anche lui mente». Per avvicinarsi a casa, l'uomo che, come i cristiani giudaizzanti, odia la semplice dottrina della salvezza per fede, e, per preteso zelo per le buone opere, fonde la legge con il Vangelo come terreno comune della sua speranza, lui, io dire, si riterrà cristiano della più alta casta e carattere: ma «mente»; perché «è un pervertitore del Vangelo», ed è, in realtà, «della sinagoga di Satana:» e, se era un angelo del cielo, devo dire di lui, come S.

Paolo fa: “Sia maledetto [Nota: Galati 1:7 .]”. Ora, mi rendo conto che questo sembra duro: ma che si deve fare? Non sono io a dire queste cose, ma il Signore: e non oso trattenere la sua parola. Devo, a rischio della mia anima, "dichiarare tutto il suo consiglio". Chiunque dunque tu sia, che ti professi cristiano, mentre sei essenzialmente difettoso nei principi o nei temperamenti del cristianesimo, devo metterti in guardia contro le tue delusioni e dirti che inganni la tua stessa anima.

Oh che Dio ti umiliasse, prima che fosse troppo tardi; e fa' vedere che nessuno, tranne il cuore spezzato e contrito, potrà mai trovare grazia ai suoi occhi! Il povero credente, che trema alla sua parola e guarda solo a Cristo per la salvezza, è «l'unico che è amato dal suo Dio». Venite dunque e cercate la salvezza nel suo modo: cercatela semplicemente e tutta per fede in Cristo: allora anche voi troverete accoglienza presso Dio, e sarete resi «partecipi della felicità dei suoi eletti.

Ma, se persisterete nella vostra inimicizia verso Dio, e il suo Cristo, e il suo popolo, sappiate che avrete la vostra parte con colui «della cui sinagoga siete», poiché la bocca del Signore l'ha detto. Agli impenitenti e ai non credenti “non resta altro che una certa spaventosa attesa del giudizio, e un'ardente indignazione per consumarli [Nota: Ebrei 10:26 .]”. il Signore ti allontani da quella sorte, per l'amor di Cristo!]


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