Horae Homileticae di Charles Simeon
Ebrei 10:35-36
DISCORSO: 2315
PAZIENTE FORTEZZA NECESSARIA
Ebrei 10:35 . Non respingere dunque la tua fiducia, che ha grande ricompensa. Poiché avete bisogno di pazienza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, possiate ricevere la promessa .
Ci sono state, per la Chiesa di Cristo, stagioni di aspra persecuzione, e stagioni di relativa tolleranza e pace: ma in qualunque di questi stati ci troviamo, ci conviene non cedere allo sconforto da un lato, o all'indebita sicurezza sul Altro. Siamo soldati sul campo di battaglia e dobbiamo essere pronti a incontrare i nostri nemici ogni volta che avanzano contro di noi. Sarà tempo sufficiente per togliere la nostra armatura, quando avremo ricevuto il nostro congedo da una guerra terrena, e saremo coronati di allori nei regni della beatitudine.
C'erano state per i cristiani ebrei periodi di dure prove, che l'Apostolo richiamava alla loro memoria: ed è probabile che quando fu loro scritta questa epistola godettero un po' di tranquillità: ma ordinò loro di non gettare via la loro fiducia: poiché ne avrebbero ancora bisogno, purché continuino nel corpo.
In questa ingiunzione apostolica vediamo,
I. Quale stato d'animo si addice al cristiano?
La “fiducia” di cui si parla qui è una santa audacia nel confessare Cristo
— [Questo è essenziale per il carattere cristiano. Nemmeno la fede stessa gioverà alla nostra salvezza, dove questa manca: «Con il cuore l'uomo crede alla giustizia; ma, con la bocca, si fa confessione per la salvezza [Nota: Romani 10:10 .
]”. “Se ci vergogniamo di Cristo e lo rinneghiamo, egli si vergognerà di noi e ci rinnegherà [Nota: Matteo 10:32 .]”.
Questa santa fortezza dobbiamo mantenere, in ogni circostanza. Mai, per un momento, dovremmo "gettarlo via". Se le prove aumentano, ne abbiamo ancora più bisogno: se diminuiscono, o addirittura cessano, abbiamo ancora bisogno di questa qualità divina; perché non sappiamo quanto presto possa essere richiesto, o in che misura possa essere richiesto.]
E porterà con sé la sua ricompensa -
[Ci terrà lontani da tutta quella inquietudine e distrazione che le minacce del mondo potrebbe verificarsi in una mente instabile.
Indurrà una condotta coerente, in ogni circostanza; e porterà nell'anima, stabilità e pace. Sarà per colui che lo esercita una prova indiscutibile della propria sincerità; e senza dubbio sarà onorato di peculiari manifestazioni del favore divino. Se, a causa degli accresciuti guai che ci assalgono, si richiedono sostegni più che ordinari, ci saranno concessi; proprio come lo furono per i giovani ebrei nella fornace, quando lo stesso Figlio di Dio si dedicò visibilmente ad apparire in loro favore]
Ad ogni cristiano è questo requisito, perché,
II.
L'occasione che avrà per questo -
Per quanto diverso possa essere il percorso di persone diverse per certi aspetti, nel loro grande profilo sono tutte uguali. Nel loro svolgimento, tutti questi diversi passaggi possono essere visti chiaramente e distintamente:
1. Dovere—
[Ogni cristiano “fa la volontà di Dio”. Credere in Cristo, ricevere ogni cosa da Cristo nell'esercizio della fede e della preghiera, e arrendersi a Dio senza riserve; questa è l'unica abitudine della sua mente e l'unica fatica della sua vita. Di giorno in giorno non fa la propria volontà, né la volontà di un mondo empio; ma la volontà di Dio, come è rivelata nella sua parola benedetta.]
2. Sofferenza—
[Ciò accompagnerà sempre più o meno un fedele adempimento del nostro dovere verso Dio. Ci saranno ora, come un tempo, stagioni di relativa pace: ma non è possibile per gli uomini non rigenerati amare la luce, sia che sia posta davanti a loro nella parola, sia che sia mostrata davanti a loro nella condotta dei fedeli servitori di Dio. "Il servo non può essere più grande del suo Signore:" se chiamavano il padrone di casa Belzebù, quelli della sua casa devono sicuramente aspettarsi almeno una designazione dispregiativa.
E sebbene, in confronto alla prigionia e alla morte, questa possa essere considerata una cosa leggera; tuttavia non è chiaro, se consideriamo, che i nomi con cui sono designati i devoti sono un segnale per il mondo di caricarli di ogni specie di obloquio e disprezzo.]
3. Pazienza—
[Our blessed Lord was “as a sheep led to the slaughter,” and, in the midst of all the indignities that were offered him, “opened not his mouth.” And in this manner his faithful followers also “possess their souls in patience.” They expect that they shall “have need of patience;” and it is their endeavour so to demean themselves under their trials, that “patience may have its perfect work; that so they may be perfect and entire, wanting nothing.”]
4. Glory—
[This is the object of their pursuit; and to this they press forward with all their might. They know, that “if they draw back, it must be unto perdition;” and that it is by believing only, and maintaining their faith with steadfastness, that they ever can be saved [Note: ver. 38, 39.]. They are well assured, that the means must be used for the attainment of the end; and that if used aright, the end shall be attained.
They are well aware, that duty must be performed, suffering expected, patience exercised: and in this way they have no doubt but that glory shall be ultimately secured. “By a patient continuance in well-doing, they seek, and will obtain, eternal life.”]
Application—
1.
Let us be thankful for the peace that we are privileged to enjoy—
[These are days of extraordinary toleration and candour. We cannot indeed say that “the offence of the cross has ceased:” for it never can cease, as long as the ungodly constitute the great majority of the world. But persecution, except in private circles, is but little known. The flames of martyrdom are no longer kindled amongst us, as in the days of old. Let us, then, make a due improvement of this great mercy, for the more abundant edification of our own souls, and for a more active advancement of Christ’s kingdom in the world [Note: See Atti degli Apostoli 9:31.]
2. Let us, however, stand prepared for other days—
[No one can tell how soon the face of things may be changed. If Popery were to gain an ascendant again, it would, in all probability, bring with it all its attendant horrors. But even in private life we may be called to make severe sacrifices, and to suffer the loss of all our prospects upon earth. But let us remember, that Heaven will richly repay us for all that we may either lose or suffer: and if only we “receive at last the promise” of eternal life, we shall never have reason to regret the “patience” we exercised, and the “confidence” we maintained.]