Commento dal pulpito di James Nisbet
1 Corinzi 15:58
'NON IN VANO'
'Grazia... non invano;' 'Fatica... non vana.'
1 Corinzi 15:10 ; 1 Corinzi 15:58
San Paolo, tra tutti gli uomini, ha sempre voluto che gli uomini e le donne cristiani non solo godessero dei loro privilegi, ma anche assolvano coerentemente le loro responsabilità.
I. Perché se non lo facciamo, la grazia di Dio ci è stata concessa invano. —Un'ampia scorta di quella grazia viene ad ogni figlio di Dio: su ogni anima penitente discende il dono divino in forma di virtù e potenza per condurre una nuova vita. A giudicare dal linguaggio apostolico, ciascuno di noi ne ha più che a sufficienza (cfr 2 Corinzi 9:14 e 1 Pietro 4:10 ).
Quella grazia è data per il preciso scopo del servizio; e se non è così ricevuta, o così impiegata, è vana, è resa nulla, diventa una cosa vuota! Abbastanza brutto da non essere commosso dalla gentilezza umana; un peccato ben più grande per non essere toccato dalla grazia di Dio; non essere incitato al sacrificio e al servizio ( vedi 2 Corinzi 6:1 ).
II. Perché se lo facciamo, vedrà che tale fatica non è vana. ‑ Questo segue mirabilmente il nostro primo pensiero: "Dio dà la sua grazia, tu dai la tua fatica", perché se vedrai che la sua grazia non è perduta, Egli vedrà che la tua fatica non è perduta. Ma se gli uomini non ascoltano, la nostra fatica non è necessariamente vana? Così a volte pensiamo; ma l'Apostolo ci ricorda la Risurrezione, quando il Maestro certamente darà la crescita, produrrà qualche frutto per tutte le nostre fatiche, perché l'opera della grazia non si può perdere. Potrebbero esserci pochi segni di raccolto oggi; ma appariranno domani quando Egli verrà: "La cui ricompensa è con lui".
Rev. ABG Lillingston.