LA SACREDITÀ DEL CORPO

'Che cosa? non sai tu che il tuo corpo è il tempio dello Spirito Santo?'

1 Corinzi 6:19

La bellezza del tempio del corpo, la sua vera bellezza, riflette interamente la vita interiore dell'uomo. Cosa sono i tratti, per quanto delicatamente formati, senza espressione? E cosa rende l'espressione che amiamo e ammiriamo? Cosa, se non pensieri, pensieri reali. Amore, tenerezza, simpatia! Hai mai osservato come, quando una persona diventa più riflessiva, più saggia, più gentile, più santa, quella persona diventa più bella e adorabile? O, ugualmente, dall'altra parte, il peccato abbassa, volgarizza, depreda, perfino deforma il volto.

Quando qualcuno è fisicamente così bello come quando sta dicendo, o facendo, o pensando qualcosa di amore o gentilezza. La vera bellezza del "tempio" dopotutto è la sua consacrazione. È lo spirito che è la bellezza.

I. Che cosa sacra sarebbe se portassimo sempre con noi il pensiero e il sentimento : 'Io sono un essere consacrato. Sono un essere messo a parte per il bene della religione. Questa mia bellezza è il tempio». Come sarebbero orribili alcuni peccati! Quanto inconsistenti e fuori luogo alcuni dei nostri divertimenti! Un tempio! il santuario di Dio qui! il santuario di Dio che fa questo! Che forza e conforto, che armatura, se riusciamo a realizzare qualcosa di questi santi esercizi nel conflitto con il male! In preghiera: 'Io sono un tempio.

Povero, debole, miserabile peccatore come sono, sono consacrato dal mio battesimo, dalla mia stessa resa di me stesso, dalla santità che è in me. mi dedico! Io sono tuo, o Signore; Mi sono appropriato di Te. La struttura può essere così indegna, ma io sono un tempio». Oh! come sarebbe diventata santa la vita di quell'uomo! come parlerebbe la lingua! come penserebbe la mente! come batterebbe il cuore! 'È tutto un tempio! Tuo, Signore! E tutto ciò che dico, e tutto ciò che faccio, e tutto ciò che sento, viene al tuo tempio terreno e sale al tuo tempio celeste».

II. E quando hai a che fare con una creatura simile, che differenza farebbe - che carattere nuovo assumerebbe l'intera transazione - se tu ricordassi e riconoscessi il fatto che quella persona è "un tempio". Per quanto povero e miserabile, per quanto debole, potrei dire per quanto malvagio, egli è 'un tempio di Dio'. Nonostante tutto quello che dico o penso, lo Spirito Santo può essere, anzi lo Spirito Santo è in quell'uomo: opera, lotta, eleva, nobilita.

Sono vicino al Santo! Sono vicino al 'tempio'! Che aspetto cambiato assumerebbe il tuo rapporto con quell'uomo! che riverenza per l'uomo più basso e più offensivo del mondo, per l'uomo peggiore!

Illustrazione

«C'è un grande pericolo nella religione, come in ogni altra cosa, di mancanza di proporzione. E questa sproporzione della verità è spesso il peggiore degli errori. Per evitare un estremo da una parte, ci imbattiamo nell'estremo dall'altra e la reazione è violenta. Prendiamo, per esempio, la relazione tra il corpo e l'anima. Per un uomo nel suo stato naturale il corpo è molto più dell'anima. Può vedere il suo corpo; la sua anima è una questione di fede.

Il corpo può dargli un piacere immediato; i piaceri dell'anima risiedono principalmente nel futuro. Alla cura del corpo poco o nulla si oppone; alla cura dell'anima, l'opposizione, sia dall'interno che dall'esterno, è fortissima. Quindi, mantenere o ripristinare la salute del corpo, cioè provvedere a quel corpo, nutrirlo e assecondarlo, vestirlo e adornarlo, pensarlo e parlarne, richiede di gran lunga la massima parte della vita di un uomo.

L'anima, nel migliore dei casi, ha solo i suoi pochi minuti, o forse qualche mezz'ora, nel corso di una settimana. Il corpo è ovunque in ogni momento. Quando un uomo diventa religioso queste due cose cambiano posto. Il corpo va all'ombra; è quasi fuori vista. L'anima è tutto. Non è l'unica cosa degna di pensiero? Cos'è il corpo? Una cosa da mortificare; una cosa da tenere giù; una cosa quasi da dimenticare, se non da disprezzare; un semplice zoccolo. In tutto questo c'è una stravaganza».

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