Commento dal pulpito di James Nisbet
1 Giovanni 3:16,17
LA CROCE E LA SOFFERENZA
'Da questo sappiamo che amiamo, perché ha dato la sua vita per noi: e noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.'
1 Giovanni 3:16 (RV)
'Da questo sappiamo che amiamo': da questo, per la Croce di Cristo, sappiamo non solo che cos'è l'amore, ma anche che cos'è l'amore; 'perché ha dato la sua vita per noi: e noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.'
I. Con ciò apprendiamo che, in un mondo imperfetto, l'amore significa sacrificio di sé. —L'amore divino, entrando nella persona di Gesù Cristo, in questo mondo di peccato e di dolore, prese su di sé la forma della sofferenza, alla quale si sottomise volontariamente per redimere l'umanità. E l'abnegazione di Cristo esige al massimo da parte nostra un corrispettivo sacrificio di sé. Se apprezziamo nel più remoto grado l'amore di Cristo per noi, dobbiamo amarlo con tutto il nostro cuore a sua volta, e se lo amiamo, dobbiamo amare tutti i suoi fratelli.
E il vero amore non può essere un sentimento ozioso; se amiamo veramente i nostri simili, dobbiamo dedicarci anima e cuore al loro servizio. E non possiamo servire gli altri senza praticare in molti modi il sacrificio di sé costante, spesso molto duro e severo; dobbiamo continuamente rinunciare per il loro bene a molte cose che ci piacciono molto e sottometterci a molte cose che non ci piacciono molto.
II. E a volte, quando realizziamo veramente l'amore di Cristo, ci troviamo sicuramente spinti irresistibilmente a rispondere senza riserve all'esigenza che quell'amore ci rivolge. Allora è vero che "l'amore di Cristo ci costringe". Almeno per un po' sentiamo che potremmo fare qualunque cosa, sopportare qualunque cosa, per amor suo. Alla vista piena della Croce, sembra meschino e meschino preoccuparsi se si è felici o no, voler “compiacere noi stessi”; 'Cristo non si è compiaciuto.
' Di fronte a quel supremo atto di abnegazione, non possiamo rifiutarci con vergogna di consacrarci al servizio di Cristo e dei nostri fratelli per amor suo. A Lui dobbiamo assolutamente noi stessi, corpo, anima e intelletto, con tutti i nostri poteri ed energie e doni e capacità; 'non siamo nostri, perché siamo comprati a caro prezzo', il prezzo del sangue vitale del Figlio di Dio.
III. E così il sacrificio di sé è il principio essenziale della vita cristiana; è il respiro stesso di quella vita. Non è semplicemente un dovere che dobbiamo esercitare a volte in una certa misura. La vita cristiana è tutto sacrificio di sé, e non c'è vera vita cristiana che non porti qualche segno reale della Croce. È impossibile mettere tutto il vangelo in una frase, o anche in un sermone, ma se c'è una frase che, più di un'altra, riassume quasi tutto il cuore e l'essenza del messaggio-evangelico, è questa, proprio queste brevi e semplici parole: "Egli ha dato la sua vita per noi, e noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli".
Rev. NE Egerton Swann.
Illustrazione
'La Croce di Cristo ha gettato una nuova luce sul dolore e sulla sofferenza umana. Chiunque abbia visitato un qualsiasi distretto di montagna o di costa frastagliata può aver visto una grande scogliera grigia che torreggia per centinaia di piedi e presenta un aspetto severo, aspro, quasi minaccioso. E poi si può aver visto la stessa scogliera in una sera d'estate, quando i raggi del sole al tramonto cadevano in pieno sulla sua faccia ed era soffusa di un glorioso bagliore cremisi e la sua terribile sublimità si trasformava in una ricca e tenera bellezza. Così la luce che scaturisce dalla Croce di Cristo ha trasfigurato l'aspetto ruvido del dolore e della sofferenza'.