NECESSARIE ILLUMINAZIONE DIVINA E ORIENTAMENTO

'Allora il re d'Israele radunò i profeti, circa quattrocento uomini, e disse loro: Devo andare a combattere contro Ramot di Galaad, o devo astenermi?' eccetera.

1 Re 22:6

Quanto a Benhadad, Acab aveva ragione quando cercò di catturare Ramot di Galaad. Ma doveva anche fare i conti con Dio. Di fronte a Dio, la vera posizione di Acab in questo periodo della sua vita era quella di un criminale condannato, e quindi non era in una posizione morale per rappresentare e agire a favore dei diritti di Israele. La mente di Achab a questa ultima crisi della sua vita triste e movimentata è vista sotto due aspetti: nella sua disponibilità a consultare i profeti dei vitelli; nel suo pregiudizio contro Michea.

Sono le due facce di una disposizione verso la religione, che nel suo principio è la stessa. Non è un'opposizione franca, sprezzante, amara; tanto meno è la fedeltà della fede e dell'amore. È una volontà di accogliere la religione, se la religione non farà altro che sanzionare le opinioni, i progetti e le passioni dei suoi protettori.

Acab accolse i quattrocento perché sapeva esattamente cosa avrebbero detto i quattrocento. Ha disobbedito a una voce che non poteva far tacere, che volentieri non avrebbe udito. Ha preso la sua strada e la sua tragica fine è stata la conseguenza di ciò.

Impariamo due lezioni da questa storia.

I. Il primo è un principio della politica della Chiesa: l'importanza di rendere gli insegnanti religiosi, se possibile, indipendenti da coloro che devono insegnare. —Il sacerdote che, con un numero di figli che dipende da lui, deve pensare dal primo giorno dell'anno alla colletta che gli sarà fatta alla fine di esso, deve essere eroico se non cede mai all'addolcimento di una verità che sarà sgradita ai suoi finanziatori o l'attenuante di una colpa che è notoriamente popolare tra loro. Sono i laici che soffrono molto di più per un clero dipendente che per il clero stesso.

II. Notare qui una lezione di pratica religiosa. ‑ Coloro che non cercano falsi maestri possono tuttavia prendere solo tanto del vero insegnamento quanto rientra nelle loro vere inclinazioni. Se Dio dirà solo ciò che approva la sua creatura, la sua creatura sarà ben contenta; ma se il Vangelo o il Credo, come Michea dell'antichità, ha le sue clausole di avvertimento, tanto peggio per Credo o Vangelo quando Acab ha deciso, qualunque cosa accada, di andare a Ramot di Galaad. Nell'ultima gara con la morte, che è davanti a ciascuno di noi, sapremo che Colui Che parlò per Michea aveva sicuramente ragione.

— Canon Liddon.

Illustrazione

'Achab esce incontro al suo destino, sperando contro ogni speranza; determinato a fare del suo meglio per evitare il suo destino, eppure interiormente sapendo che non poteva. Probabilmente è andato a combattere con lo stesso sentimento di quell'altro che, ossessionato dal ricordo inestinguibile di una vita malvagia, ha incontrato il suo destino dicendo:

“Comincio ad essere stanco del sole,

E vorrei che la proprietà del mondo fosse ormai disfatta,

Soffia, vento! venire a sbattere

Almeno moriremo con i finimenti sulla schiena".

La fine di Achab sembra destinata a mostrarci quanto sia impossibile per un uomo sfuggire al proprio destino quando è giunto il suo momento.'

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