2 Cronache 13:2

2 Regnò tre anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava Micaia, figliuola d'Uriel, da Ghibea. E ci fu guerra tra Abija e Geroboamo.

GUERRA SENZA FRATELLI

'C'era guerra tra Abia e Geroboamo.'

2 Cronache 13:2

Durante il regno di Abia ci fu una terribile guerra tra Giuda e Israele. Il re stesso era malvagio, come dichiara il Libro dei Re. Qui, invece, parlava e agiva per il suo popolo. Il suo discorso, in cui ha tentato di persuadere Israele alla sottomissione, è davvero notevole.

I. È uno strano miscuglio di travisamento e religione. —Il travisamento si trova nella sua dichiarazione del motivo della ribellione d'Israele, che culminò nell'incoronazione di Geroboamo. Attribuì il tutto all'influenza di uomini malvagi che descrisse come "figli di Belial". Quante volte nel corso del tempo gli uomini fraintendono le ragioni da cui scaturiscono le differenze! La condizione di Israele dal punto di vista della giustizia era deplorevole e Geroboamo era una vera incarnazione del male. Il suo metodo di guerra, come qui riportato, era meschino e spregevole. Sorprendere un nemico da un'imboscata nel bel mezzo di una conferenza è indicibilmente malvagio.

II. Lo stesso Dio delle nazioni è visto agire, e il potere di Geroboamo è stato completamente spezzato dalla vittoria di Giuda.

Illustrazione

A Roboamo successe suo figlio Abia, del quale ci viene detto nel Libro dei Re che “egli camminò in tutti i peccati di suo padre, che aveva commesso prima di lui; e il suo cuore non era perfetto con Geova suo Dio, come il cuore di Davide suo padre”. Il cronista omette questo verdetto sfavorevole; in effetti non classifica Abia tra i buoni re con la solita dichiarazione formale, "ha fatto ciò che era buono e retto agli occhi di Geova", ma Abia pronuncia un discorso di esortazione e con l'assistenza divina ottiene una grande vittoria su Geroboamo. Non c'è un suggerimento di alcuna azione malvagia da parte di Abijah; eppure dalla storia di Asa deduciamo che durante il regno di Abia le città di Giuda furono abbandonate all'idolatria».

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