Commento dal pulpito di James Nisbet
Apocalisse 6:16
L'IRA DELL'AGNELLO
'L'ira dell'Agnello.'
Non dovremmo permettere che la simpatia, la gentilezza, la compassione, l'amorevole umanità di Gesù, come lo troviamo raffigurato nei Vangeli, ci accechino sul fatto che esiste una cosa, dopo tutto, come "l'ira del Agnello.' 'L'ira dell'Agnello'! Le parole suggeriscono una linea di pensiero un po' dolorosa.
Dio è incapace di cambiare. E come Dio era ai tempi della dispensazione più antica, tale è ora per noi che viviamo nella luce più chiara e nei privilegi più pieni della dispensazione dello Spirito.
I. Era inevitabile che il lato più severo del carattere divino fosse rivolto prima alla razza umana. Gli uomini dovevano essere educati alla conoscenza del peccato prima che potessero arrivare a comprendere la loro vera posizione; prima che potessero apprezzare il loro bisogno dell'aiuto di Dio, così come la necessità di una completa e perfetta sottomissione alla volontà di Dio.
II. Per quanto riguarda l'attuale dispensazione — quella del cristianesimo — si può dire che il processo è inverso. Abbiamo prima l'amore e poi la severità; o, come forse dovrei dire, abbiamo l'evidenza che la natura divina, piena di compassione e di tenera misericordia, che continuamente invita, persuade, perfino supplica, il peccatore ad avvicinarsi ad essa con confidenza e fiducia, ha ancora in è una capacità di giusta indignazione, anzi di ira, formidabile per coloro che si ostinano a rifiutare l'adesione alle sue rivendicazioni e l'accettazione dei suoi inviti.
III. C'è qualcosa nella natura dell'uomo stesso che corrisponde a questo duplice aspetto del carattere di Dio e ci permette di comprenderlo. Suppongo che tu abbia sentito parlare di un crimine spaventoso. Ora qual è la tua sensazione? È uno di feroce, ardente indignazione, che esige la punizione immediata e degna dell'autore del reato. C'è quello in te che non sarà placato, che non sarà soddisfatto, finché il criminale non avrà incontrato i suoi meriti.
—Rev. Prebendario Gordon Calthrop.