Commento dal pulpito di James Nisbet
Atti degli Apostoli 2:4
RIPIENI DI SPIRITO
'Erano tutti pieni di Spirito Santo.'
Quando nostro Signore Si manifestò ai Suoi discepoli per l'ultima volta prima della Sua Ascensione al cielo, ricordò loro che aveva promesso di inviare lo Spirito Santo per prendere il Suo posto come loro Guida e loro Consolidatore, e per dimorare perennemente in mezzo a loro. Con tre simboli, con il vento, con il fuoco, con la voce, lo Spirito ha dichiarato la sua presenza.
I. La manifestazione del vento .—Prima di tutto dal vento: "Viene dal cielo un suono come di un vento impetuoso che si abbatte". La forza motrice dello Spirito era così simboleggiata. Il vento è una forza misteriosa, invisibile agli uomini e al di fuori del loro controllo, rilevabile solo dai suoi risultati, e quindi un'improvvisa ondata di forte vento potrebbe adeguatamente simboleggiare che un Potere più che umano stava muovendo gli uomini loro malgrado.
II. La manifestazione del fuoco . — Poi, in secondo luogo, "apparvero loro lingue spezzate come di fuoco". Il fuoco è un'altra delle forze della natura, piena di significato. Per quanto inanimato, sembra misteriosamente dotato di una sorta di forza vivente, e nella Sacra Scrittura si parla particolarmente del fuoco come di un agente di purificazione e purificazione. Il fuoco che sembrava posarsi sul capo dei discepoli indicava la potenza purificatrice della Presenza dello Spirito.
'Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con fuoco', era la promessa e l'avvertimento che riassumeva il messaggio del Battista. Non di nuovo il vero fuoco, ma lingue come se fossero di fuoco, era il simbolo che enfatizzava il potere purificatore dello Spirito Santo.
III. La manifestazione della voce .—E poi, ancora una volta, 'Cominciarono a parlare in lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi'. Il secondo simbolo conduce opportunamente nel terzo, e con questo si indicava il potere unificante della Presenza dello Spirito, poiché le differenze di linguaggio formano le barriere più forti che separano gli uomini gli uni dagli altri. Le misteriose enunciazioni del dono delle lingue sono state, infatti, comunemente interpretate in passato come fatte in molte lingue straniere, ma leggendo di nuovo con attenzione il resoconto non siamo portati a supporre che fosse così.
Dal racconto di san Paolo del dono delle lingue nella Chiesa di Corinto, siamo portati piuttosto a supporre che si trattasse di espressioni estatiche che potevano essere comprese solo da coloro che erano in simpatia spirituale con l'oratore. Da tutti costoro, qualunque fosse la loro nazionalità, qualunque fosse la loro lingua, erano subito compresi, e così perfettamente compresi che chi li parlava sembrava loro parlare le parole della loro lingua madre.
Era più, non meno, del semplice potere di parlare questa o quella lingua straniera. Era il potere di enunciare parole che potevano fare appello direttamente al cuore, e attraverso il cuore all'intelletto, di uomini delle lingue più diverse. E così superò del tutto la barriera della lingua, e attirò in comune accordo uomini le cui lingue fino a quel momento li avevano separati l'uno dall'altro. Quindi era un simbolo appropriato della potenza unificante dello Spirito Divino.
—Dean J. Armitage Robinson.