Commento dal pulpito di James Nisbet
Ebrei 6:2-4
GIUDIZIO ETERNO
'Del giudizio eterno.'
Nella vita incarnata del Figlio di Dio ci è stato permesso di vedere una volta per tutte cosa potrebbe essere una vita perfetta, vissuta nelle condizioni di un mondo come questo, come lo conosciamo.
I. Chi, dunque, è tanto capace di giudicare quanto Colui Che sa cos'è l' uomo ea cosa può arrivare, come un uomo viene tentato e come viene aiutato un uomo? Se Colui Che sapeva cosa c'era nell'uomo, perché era Uomo, ci ha lasciato la Chiesa Cattolica, sicuramente è giusto che con questa conoscenza salga al Trono del Giudizio e dia il giudizio finale, non solo su ciò che siamo, ma su quello che avremmo potuto essere.
Grazie a Dio, possiamo contare sulla sua simpatia. Non abbiamo bisogno di erigere un trono di compassione contro il trono di giustizia. Perché chi è così compassionevole come Colui Che in tutti i punti è stato tentato come noi, ma senza peccato? Ma, se possiamo contare sulla sua simpatia, sentiamo anche di dover fare i conti con la sua giustizia. Non dobbiamo gridare per sempre: 'povera natura umana!' Non dobbiamo dire per sempre: 'L'uomo è fragile e Dio è misericordioso'.
II. Non può essere indifferente accettare o rifiutare la stima che Dio ha fatto della nostra natura, la rivelazione che ha concesso del nostro destino e il provvedimento che ha preso per la nostra salvezza. Ci sono alcune condizioni in cui la negligenza è la colpa più grave che può essere commessa.
III. Il senso di un giudizio a venire è una dottrina di importanza presente per tutti noi. È così importante che Dio sembra aver fornito in ciascuno di noi quell'organo di autocoscienza che chiamiamo coscienza, per mezzo del quale possiamo guardare alla legge di Dio, e guardare le nostre azioni, e dire di ciascuno di loro se sono buone o cattivo.
Il cristianesimo fondamentale è il cristianesimo come lo ha insegnato Cristo, dove non c'è nulla di superfluo, nulla che possiamo considerare trascurabile. E tra le dottrine che si collocano come assolutamente essenziale per una retta visione della vita e del carattere cristiani, vi è quella sanzione più alta per la responsabilità umana, che investe i nostri pensieri e le nostre azioni più semplici dell'importanza che è racchiusa nella certezza del giudizio eterno, che a ogni bambino viene insegnato ad anticipare, come dice nella semplice parola del Credo degli Apostoli: "Di là verrà a giudicare i vivi ei morti".
—Rev. Canon Newbolt.