LA KEYNOTE DELLA TESTIMONIANZA

"Subito ho conferito non con carne e sangue."

Galati 1:16

Queste parole sono la nota chiave della testimonianza dell'Apostolo. Descrivono in una concisa frase il suo atteggiamento di apostolo di Cristo e maestro del Vangelo. Mentre riflettiamo attentamente sulle sue affermazioni, emergono tre punti sui quali l'attenzione può essere diretta.

I. La vera conoscenza di Gesù Cristo è una rivelazione. ‑ Così è stato nel caso di san Paolo, e ad esso si appella per dimostrare che il Vangelo da lui predicato non è stato opera dell'uomo, né secondo l'uomo. È interessante ritrovarlo più e più volte nella sua carriera che fa appello a questa rivelazione.

II. Una tale rivelazione di Cristo conferisce una certa indipendenza a coloro che la ricevono. —S. Giovanni dice: 'Non avete bisogno che alcuno vi insegni', cioè c'è un punto oltre il quale gli insegnanti umani non possono andare. Non è, naturalmente, inteso che un cristiano debba essere indipendente dalla guida e dall'aiuto dei suoi simili; siamo destinati ad aiutarci l'un l'altro; ma resta vero che quell'aiuto, in fondo, non può andare oltre un certo punto.

III. Questa indipendenza implica responsabilità. —Ora che sai la verità, cosa farai? Quando San Paolo seppe la verità non ebbe dubbi sulla sua azione. Che momento fu quello per l'Apostolo sulla via di Damasco! Che terribile delusione deve essere stato! Ma ora cosa avrebbe fatto? Questa era la domanda, e questa è la domanda che ritorna continuamente all'anima che vede la luce.

Sarò fedele a ciò che ho visto o mi ritrarrò da esso? A tutti questi esitanti parla per sempre la nobile risposta dell'Apostolo: "Subito non ho conferito con carne e sangue".

—Rev. EW Moore.

Illustrazione

«Si racconta la storia di un amico che si unì alla Chiesa di Roma con i cardinali Manning e Newman, il quale, dopo aver letto autori originali nelle biblioteche d'Europa e convinto che le pretese di Roma a una supremazia universale fossero infondate, pagò il suo vecchio amico ed ex collega una visita. Gli espose i fatti e quando Manning si fu sufficientemente ripreso dalla sorpresa gli disse: "E ora, mio ​​signore, cosa farai?" "Da fare!" disse Manning.

“Sei uscito di senno? Cosa intendi?" "Voglio dire", rispose l'altro, "che qualunque altra cosa io sia, spero di essere almeno un uomo onesto. Mi sono unito alla Chiesa di Roma cercando sinceramente la verità, e ora che ho scoperto che la verità non è in lei, la lascerò. "Cosa hai intenzione di fare?" è la domanda che farei". Manning agitò le mani con impazienza. "Devi essere pazzo!" Egli ha detto.

"Tutto ciò che tu ed io dobbiamo considerare è la voce della Chiesa oggi e credere che la sua voce è la voce di Dio per noi". Così l'intervista è finita. L'unico uomo fedele alle sue convinzioni, quando aveva la luce, camminava nella luce; l'altro riposava sull'autorità della Chiesa di Roma».

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