Commento dal pulpito di James Nisbet
Galati 1:6-8
NESSUN ALTRO VANGELO
«Mi meraviglio che vi siate allontanati così presto da Colui che vi ha chiamati alla grazia di Cristo a un altro vangelo: che non è un altro; ma ve ne sono alcuni che vi turbano e vorrebbero pervertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi, o un angelo dal cielo, vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto».
Il diritto all'interpretazione si incarna per noi in quello che chiamiamo dogma. Molti di noi non vedono la necessità del dogma, solo perché siamo troppo inclini a perdere il vero segreto dell'autorità cristiana. Se sei tentato di trattarlo come una tra tante influenze, forse la migliore e la più dolce di tutte, ma pur sempre solo una forza morale che opera di concerto con altre forze, allora ti ritroverai fermato da qualcosa in essa che rivendica un assoluto titolo, un'autorità originale e unica.
Questo tiene sempre in disparte, supremo e solitario. Cos'è questo nocciolo immortale che respinge l'illusione? Sappiamo bene che è la personalità di Gesù Cristo. La sua personalità autorevole, le sue affermazioni permanenti, è questo che spiega l'influenza permeante esercitata sul mondo dal cristianesimo.
I. Il cuore e il nucleo del cristianesimo. ‑ Il dogma mette semplicemente in parole questo elemento indissolubile e unico, che rende impossibile rendere conto del cristianesimo come un'appendice o un elemento di qualcos'altro. Il dogma dichiara che la Persona del Signore e Maestro del cristianesimo racchiude in sé tutto ciò che si vuole spiegare la sua ascesa, crescita, potere, esigenze, promesse. Il cristianesimo è Cristo, e Cristo è il cristianesimo: Cristo, per i giudei scandalo, stoltezza per i greci, ma per tutti coloro che credono, Cristo, unico fondamento, autore e perfezionatore della fede, unico capo, una roccia, sapienza e potenza di Dio.
II. Il pericolo contro cui combatteva san Paolo, nella sua forma più semplice, ci investe per la grande ampiezza e varietà del nostro viaggio. I nostri tour ora ci portano così facilmente al di fuori delle frontiere della cristianità che abbiamo a che fare con una dozzina di religioni; e, per la pura forza di un istinto incustodito, il cristianesimo scivola in qualche modo in un posto subordinato nella nostra immaginazione. La consideriamo una religione tra tante e parliamo come se fosse cresciuta come crescono le altre.
Oppure qui a casa, senza viaggiare affatto, siamo terribilmente soggetti all'abitudine di lasciare che il cristianesimo sprofondi al livello di un'influenza sociale. Il cristianesimo fa tanto bene, e lo fa molto meglio della filantropia, che vediamo e sentiamo quale perdita per il benessere generale sarebbe se questo fosse ritirato, sentiamo che noi stessi siamo i migliori per l'influenza che ha aveva su di noi. Tutto questo è così vero, solo che lo stiamo osservando come un fenomeno che ci colpisce favorevolmente, e mai una volta forse siamo andati dietro al fenomeno e ci siamo chiesti: 'Da dove viene questa eccellente influenza? Cosa afferma? Nasce semplicemente dalla convinzione che in Cristo Gesù si deve trovare una supremazia autorevole che niente di meno che l'assoluta fedeltà del cuore al cuore e alla volontà di Dio potrà mai soddisfare? è questo il motivo, la causa di questi effetti? Se sì, di cosa mi occupo? Posso accettare e affrontare l'influenza, e non accettare la sfida del credo: 'Chi dici tu che io, il Figlio dell'uomo, sono?'
III. C'è la sfida. — Il credo è proclamato ad alta voce; l'abbiamo sentito; cosa faremo? Questo ci si oppone con un'inchiesta importuna. Oh che con San Pietro i nostri cuori possano ardere dentro di noi finché parole appassionate non escano dalle nostre labbra: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente'! Dio ci conceda che oggi, con l'aiuto dello Spirito Santo, possiamo esprimere la nostra fede con una nuova enfasi, una nuova forza di convinzione.
'Si è vero; Lo vedo; questa religione non è una conseguenza delle relazioni umane; no! c'è solo uno che può spiegarlo; ti vedo e ti conosco chi sei; Tu sei il Cristo, il Santo di Dio!».
—Rev. Canon Scott Holland.