GUARDANDO LE NOSTRE PAROLE

"Ecco, quanto grande arde un po' di fuoco."

Giacomo 3:5

San Giacomo non è altro che pratico, e in questo capitolo ( Giacomo 3:5 ) ci avverte del male di una lingua non custodita. La lingua non è che un piccolo membro, eppure è una potente forza per il bene o per il male. È quindi della massima importanza che dobbiamo custodire le nostre parole.

I. Evita i semplici pettegolezzi. ‑ La felicità di molte vite è stata guastata da pettegolezzi sconsiderati, per non parlare di pettegolezzi sgarbati. Il "pettegolezzo parrocchiale" può fare molto male, e raramente fa del bene, e il più delle volte questa persona discutibile è un maschio.

II. Astenersi dal parlare male. — Non è necessario, spero, mettere in guardia una congregazione cristiana dall'uso di un linguaggio blasfemo, ma tra noi è permesso parlare troppo liberamente.

( a ) Le piccole parolacce in cui gli uomini si abbandonano, per alleviare i loro sentimenti come dicono, sono sbattute di dosso, mentre sono più riprovevoli.

( b ) Anche gli scherzi sciocchi devono essere evitati. Non che non dobbiamo mai ridere davvero bene, ma l'abitudine di scherzare tende a distruggere tutte le visioni serie della vita, e dopo tutto "la vita è reale, e la vita è seria". Inoltre, il ricordo di qualche stupido scherzo spesso si insinuerà su di noi nei momenti di preghiera, e distruggerà così lo spirito devozionale.

( c ) La conversazione limite che, ahimè, è più comune di quanto ci piace credere, non dovrebbe essere assecondata o incoraggiata o addirittura ascoltata.

III. La conversazione cristiana dovrebbe essere irreprensibile. — Abbiamo bisogno di incoraggiamento e aiuto? Poi-

( a ) Ricordate l'alta vocazione dei figli di Dio.

( b ) Ricordate anche il racconto che ciascuno di noi deve fare delle proprie parole nel giorno del giudizio.

Una parola una volta pronunciata non può più essere ricordata. Se ne va per la sua strada come il sasso lanciato nello stagno, con un'influenza sempre più ampia.

Illustrazione

«Una donna che ha confessato di essere una calunniatrice ha ricevuto una penitenza. Doveva comprare un pollo al mercato, e poi tornare dal prete, spennandolo mentre camminava. Lo ha fatto. «Ora», disse il suo confessore, «torna sui tuoi passi, passa per tutti i luoghi che hai attraversato e raccogli a una a una tutte le penne che hai disperso». "Ma", esclamò la donna, "ho gettato le piume con noncuranza da ogni parte; il vento li portava in ogni direzione.

Come posso recuperarli?" «Ebbene, bambina mia», rispose lui, «così è delle tue parole di calunnia: come le piume che il vento ha disperso, sono state mosse in molte direzioni; richiamali subito, se puoi." '

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