Commento dal pulpito di James Nisbet
Giobbe 6:1
UN CUORE TORTURATO
"Ma Giobbe rispose e disse", ecc.
I. Giobbe cerca di giustificare le espressioni forti di cui si era servito descrivendo l'asprezza e l'amarezza del suo dolore. — Come gli animali gridano forte solo quando sono a disagio per la fame, così i suoi pianti erano giustificati dalla sua angoscia. Non c'è divieto nella Parola di Dio contro forti pianti e lacrime. A volte la natura, fino alla rottura, deve esprimersi. Gesù pianse. Ma, ah! quanto è grande la differenza tra le espressioni di dolore amaro ma rassegnato, e quelle di mormorio e di ribellione. L'uno è il santo dolore di cui non bisogna pentirsi; l'altro opera la morte.
II. Hai mai desiderato, come Giobbe, di morire, che il lungo vincolo della sofferenza potesse essere spezzato e che l'amaro dolore del cuore non potesse più rosicchiare? —Altri l'hanno sentito; ma hanno vissuto per vedere il giorno in cui la gioia è tornata su di loro, come la marea risale la spiaggia, e hanno raccolto nella gioia dove avevano seminato in lacrime. Dio non prolunga la tua vita perché si compiace del tuo dolore, ma perché desidera che l'afflizione, che è solo per un momento, produca per te un peso di gloria ben più grande ed eterno.
Il dentista ti sottopone al dolore perché pochi istanti ti solleveranno da ore di sofferenza angosciosa e insonne, e ti ripristineranno le capacità di digestione e salute. Osa solo credere nella cura personale di Dio e che Egli è profondamente interessato. Non soffrirà un momento di dolore oltre a ciò che è assolutamente necessario. Egli, nel frattempo, darà forza come la forza delle pietre e renderà la tua carne come bronzo.
III. Più amara della sofferenza fisica è la nostra sofferenza quando siamo fraintesi o travisati dai nostri amici, quando diventano come ruscelli che sono abbondanti d'inverno, ma si seccano nella calura dell'estate, così che c'è meno acqua quando è più richiesta . Ci aspettiamo che i nostri amici tengano conto delle nostre parole selvagge, pronunciate al limite dell'agonia e del dolore; sopportare la nostra petulanza; essere paziente con noi. È un'amara delusione quando scopriamo di aver contato su di loro invano. Lavoro ha trovato così. Ma c'è un amore che non fallisce mai!
Illustrazione
«Nella viva e ardente rimostranza di Giobbe c'è almeno molto della natura umana. Abbonda di tocchi naturali comuni a tutti i tempi, e di accorta percezione ironica. I sarcasmi di Giobbe non riguardano solo i suoi amici, ma anche le nostre vite. Le parole di uomini che sono gravemente tormentati dai guai, sì, anche le loro azioni, devono essere giudicate tenendo conto delle circostanze. Un uomo respinto centimetro dopo centimetro, in lotta con il mondo, irritato dalla sconfitta, ostacolato nei suoi piani, senza calcoli, quanto è facile criticarlo dal punto di vista di una carriera di successo, di un'alta reputazione, di un buon equilibrio a del banchiere! Le parole frettolose di chi è in grave angoscia, forse a causa della sua stessa ignoranza e negligenza, come è facile imputarle contro di lui, trovano in esse abbondanti prove che è un miscredente e un furfante,