Commento dal pulpito di James Nisbet
Giovanni 17:11
UNITÀ CRISTIANA
"Che possano essere uno."
Il dovere dell'unità è il dovere più difficile da adempiere. Dopo tutto l'insegnamento dei secoli il Padre Nostro nel testo non si è adempiuto. Le divisioni sono diventate più profonde, più permanenti, più reali. Qual è il vero potere vincolante per unire gli uomini? Ci deve essere-
I. Unione con Cristo .—Vivere in Cristo è l'inizio e il completamento dell'adempimento del desiderio del Signore.
II. La carità tra l'uomo e l'uomo . — La carità è il vincolo della pace. Con spirito di fiducia reciproca ciascuno si sforzerà di seguire la propria coscienza, e se verrà la causa della separazione, porrà ancora una sicura fiducia nella verità e nel desiderio di servizio dell'altro.
III. Lavoro perpetuo per la verità . — Le divisioni della cristianità danneggiano la causa cristiana. Cristo ha posto davanti a questa Chiesa ea questa nazione un'opportunità speciale di fare la Sua volontà. Passiamo per questa chiamata gloriosa? Le nostre divisioni sono lo spettacolo più triste per gli angeli e per Colui che morì per salvare gli uomini. Di tutte le cose a cui mira la Chiesa, la pace in se stessa è ora la più necessaria.
Arcivescovo Tempio.
Illustrazione
'Non sorprenderebbe o interesserebbe in alcun modo il mondo, gli estranei, vedere professori di una fede che hanno tutti esattamente le stesse opinioni e adottano esattamente le stesse definizioni ed elementi esterni, vivere insieme amichevolmente. Non avrebbero scuse per la discordia. Ciò che attirerebbe l'attenzione degli estranei sarebbe lo spettacolo di professori della stessa credenza fondamentale, molto diversi per dettagli, definizioni, dogmi e metodi esterni, così legati tra loro dalla grandezza e dalla realtà della loro comune credenza fondamentale che erano contenti di soffrire l'un l'altro per adorare proprio secondo la preferenza di ciascuno, perché hanno riconosciuto sotto ogni aspetto esteriore una "unità dello spirito" così profonda, così reale, così intensa, da trascendere tutte le sette, i metodi e le denominazioni umane.
Questa sarebbe una mostra che interesserebbe e stupirebbe gli estranei, e la loro conclusione sarebbe che la verità fondamentale che potrebbe così saldare insieme quelli ampiamente separati da distinzioni di credo, metodo e setta, deve essere una realtà. È a questo tipo di unità, sicuramente, che San Paolo si riferiva quando ci ordinava di "mantenere l'unità dello spirito nel vincolo della pace". Il fatto è che «la Chiesa», nella sua essenza, è un corpo spirituale e invisibile, che esiste del tutto indipendentemente dalle sue manifestazioni e dai suoi metodi esteriori, che possono essere nazionali, geografici, quasi climatici, e rispetto al quale possono esserci, e dovrebbe essere, spazio per divergenze di opinioni quasi illimitate senza alcuna rottura della vera unità spirituale.
Se il Signore Cristo tornasse visibilmente domani, come alcuni cristiani si aspettano che ritorni, e chiamasse a sé la sua Chiesa, il suo Corpo, c'è qualcuno sano di mente che crede che sia solo il particolare denominazione a cui appartiene che il Signore chiamerebbe? Non sarebbe quella "grande moltitudine che nessun uomo può contare, di tutte le nazioni e stirpi e popoli e lingue" e sette ed epoche che sono unite dalla fede nel Signore Incarnato? E se ciò sarebbe vero nell'evento atteso da alcuni, è vero oggi».