Commento dal pulpito di James Nisbet
Luca 18:41
IN CERCA DI VISTA
'Signore, che io possa ricevere la mia vista.'
Di tutte le afflizioni che possono capitare a chiunque, la cecità è una delle più terribili. Ma ad ogni condizione corporea, in ogni caso ad ogni malattia corporea, sembra corrispondere una morale. Siamo spiritualmente ciechi e la nostra preghiera deve essere le parole del testo: 'Signore, che io possa ricevere la vista.'
I. Dobbiamo conoscere la nostra condizione . ‑ La prima cosa è essere consapevoli di essere moralmente ciechi. E la cosa successiva dopo aver scoperto che è, essere sicuri che se andiamo da Lui ci ristorerà, essere sicuri che se glielo chiediamo, con il vero desiderio di vedere, Lui ci farà vedere. come va fatto? La gente spesso dice: come possono essere queste cose? Un giorno arriva dopo l'altro, molto simile a quello precedente, ma cosa posso fare? Quale passo posso fare per raggiungerlo e ricevere la vista?
II. Dobbiamo desiderare la vista . Desideriamo davvero? Questo è il punto. Abbiamo davvero voglia di vedere? È scopo della nostra vita distogliere lo sguardo da Lui, o siamo contenti e pensiamo che in questa oscurità che è intorno a noi vediamo tutto ciò che si vede?
III. Dobbiamo fare uno sforzo . — Occasioni speciali si presentano in momenti diversi in cui si possono fare degli sforzi, forse meglio che in altri momenti, per recuperare la vista. E immagino che non ci sia stagione più adatta di quella che si avvicina alla Quaresima per esaminare una questione come questa. 'Oh, sì', dici, 'viene ogni anno, lo so, quaranta giorni terribilmente noiosi - oh, terribile! Passa e non ne viene fuori niente.
«Non ne verrà mai fuori niente se non ci sforziamo. Saremo esattamente dove siamo ora, a Pasqua, a meno che non facciamo uno sforzo. Può venire il tempo della quaresima, gli avvisi possono essere dati in chiesa; possiamo leggere giorno dopo giorno le diverse Lezioni, Epistole e Vangeli, ma non ne verrà fuori nulla, assolutamente nulla, a meno che non ci sforziamo. È qualcosa che deve venire da dentro, quel desiderio di vedere, quel desiderio di sapere che non vediamo tutto quello che c'è da vedere. Ci deve essere quel desiderio dall'interno, quello sforzo per raggiungerlo, quello sforzo per vedere.
—Rev. Sir B. Savory.
Illustrazione
«Ecco le parole di Milton sulla sua cecità...
Tornano le stagioni, ma non torna per me
La vista della fioritura primaverile, o della rosa estiva,
Ma invece nuvole, e perenne oscurità
Mi circonda; dai modi allegri degli uomini
Tagliato fuori; e per la fiera del libro della conoscenza,
Presentato con un vuoto universale.
Le righe seguenti, scritte poco prima della sua morte, mostrano come riconobbe pienamente lo scopo divino nella sua afflizione:
Sul mio ginocchio piegato
Riconosco il Tuo proposito, chiaramente mostrato;
Hai offuscato la mia visione affinché io possa vedere
te stesso, solo te stesso».