Commento dal pulpito di James Nisbet
Luca 8:14
CRISTIANI SENZA CUORE
"E quelli che sono caduti tra le spine sono quelli che, dopo aver udito, escono e sono soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri di questa vita, e non portano frutto alla perfezione."
Nostro Signore vorrebbe farci capire che oltre a quegli ascoltatori del Vangelo che sono semplicemente insensibili e a quegli altri che sono superficiali, c'è ancora una terza classe, che viene dopo coloro che sono veri e devoti seguaci di Lui, ma sono ancora molto indietro, e consiste in coloro che hanno un terreno sufficientemente buono per coltivare un raccolto di buone opere per la gloria di Dio e il beneficio degli uomini, ma che sono così presi da cose diverse dalle opere di Dio da portare nessun frutto alla perfezione.
I. Cristiani tiepidi . Non parlo di coloro che rifiutano la Parola, la considerano troppo dura e la mettono via da loro come un compito che non sono disposti a intraprendere. Parlo ora dei cristiani tiepidi, quelli che servirebbero Dio se potessero servire il mondo allo stesso tempo, quelli che non cercheranno prima il Regno di Dio, nella speranza che tutte le altre cose saranno aggiunte a loro.
Contro questo temperamento è che nostro Signore ci mette in guardia; e perciò dobbiamo pensare, ciascuno di noi, quali sono le nostre spine e i nostri rovi, quali sono le cose che ci impediscono di portare frutto alla perfezione, perché c'è tanta paglia e così poca spiga.
II. Cause di tiepidezza . . E, se pensiamo, troveremo che nostro Signore, quando nomina le cause che ostacolano la crescita dell'anima, mette sotto questi capi quasi tutte le cose che interferiscono con noi quando cerchiamo di portare frutto a Dio. Perché, osserva, ciò che dobbiamo fare per fare bene qualcosa è dedicarci tutta la nostra mente. Se siamo distratti da qualcos'altro, se troviamo che i nostri pensieri vagano quando dovremmo prestare la nostra attenzione indivisa e fissa al lavoro in mano, facciamo male quella cosa, e niente così male come una cosa che riguarda la nostra salvezza.
Prendete, ad esempio, ciò che nostro Signore pone come la prima cosa che allontana le persone dai doveri religiosi. Vedete, Egli mette prima di tutto le 'cure'. Poi nel mezzo mette le 'ricchezze' e alla fine mette i 'piaceri'.
( a ) Così le persone che sono molto povere , e che devono lavorare molto duramente per vivere, devono pensare a come procurarsi il pane; spesso trascorrono la maggior parte del loro tempo non solo lavorando per il loro pane, ma pensando a come possono lavorare efficacemente per esso. In questo modo sono soffocati dalle preoccupazioni di questa vita, e così non portano alcun frutto alla perfezione.
( b ) Poi ancora, quando abbiamo ricchezze , almeno sufficienti, se non in abbondanza, allora viene il pensiero come aumentare queste ricchezze, come esporle al massimo vantaggio mondano; e così i nostri pensieri sono presi da queste cose, trascurando i doveri più importanti.
( c ) E poi, proprio l'inganno delle ricchezze è un nuovo guaio, una nuova spina. Non faranno per noi quello che abbiamo pensato e voluto. Le ricchezze non ci daranno salute, le ricchezze non ci faranno dotti, le ricchezze non ci daranno intelligenza, e quindi il fatto stesso che queste ricchezze ci deludano, il fatto che non otteniamo da esse ciò che vogliamo, è un'altra spina.
( d ) E poi, i ricchi sono tentati di mettere da parte Dio pensando a come possono spendere il loro denaro in modo da permettergli di godersi la vita egoisticamente, invece di usarla per la gloria di Dio e il bene dei loro simili.
—Rev. Il dottor Littledale.
Illustrazioni
(1) "Nella boscaglia africana c'è una specie di spina ben nota ai coloni che gli olandesi, con cupo umorismo, chiamano "Aspetta un po'". È uncinato in modo tale che se una volta vi siete impigliati non potete liberarvi con uno strattone improvviso, ma dovete aprirvi con cautela con il vostro coltello, prendendoci del tempo, se volete scappare. Questa è la storia delle nostre spine nella nostra vita quotidiana.'
(2) 'Nelle terre orientali usano le spine come combustibile. Se usiamo le nostre spine, le nostre preoccupazioni quotidiane, come combustibile per riscaldare ancora di più la nostra devozione, le useremo in modo tanto più saggio. Ma dobbiamo abbatterli prima di poterlo fare. A tal fine abbiamo bisogno, da un lato, di una risoluta determinazione a non preoccuparci delle nostre preoccupazioni quotidiane e, dall'altro, di una perfetta fiducia in Dio'.
(3) I piccoli dolori, le piccole ferite,
Le coltellate della cura quotidiana,
Crepitio di spine sotto la pentola,
Mentre il fuoco della vita brucia, ora freddo, ora caldo,
Quanto sono difficili da sopportare!
Ma sul fuoco brucia, chiaro e immobile,
Il dolore del cancro muore;
Le piccole ferite guariscono, le nuvole si squarciano,
E attraverso questa tenda mortale in frantumi
Brilla nei cieli eterni.