Commento dal pulpito di James Nisbet
Luca 9:55,56
NON DISTRUZIONE MA SALVEZZA
'Ma egli si voltò e li sgridò, e disse: Non sapete di che spirito siete. Poiché il Figlio dell'uomo non è venuto per distruggere la vita degli uomini, ma per salvarli.'
Nessuno può non aver notato la marcata differenza tra lo spirito severo di Elia e lo spirito mite di Cristo. Di tutti i profeti dell'Antica Dispensazione Elia è il più grande e il meno civilizzato.
I. Odio per il peccato . ‑ Elia ei vecchi eroi, senza dubbio, non avevano imparato a distinguere tra i peccatori e il peccato. Senza dubbio non avevano imparato ad amare il peccatore, mentre odiavano il peccato. Era riservato agli aldilà per insegnarlo agli uomini. Richiedeva un insegnamento superiore a quello che era stato ancora concesso all'umanità. Richiedeva l'insegnamento del Figlio di Dio stesso. Lo spirito di Elia era uno spirito di giustizia, uno spirito di giusta retribuzione, uno spirito di terribile vendetta: lo spirito di Cristo era uno spirito di tenerezza, uno spirito di compassione, uno spirito d'amore.
II. L'amore per il peccatore . — Ma poiché la religione di Cristo è una religione d'amore, perché ci ordina di essere gentili, pazienti, sofferenti, indulgenti, non immaginiamo che quindi sia una religione del sentimentalismo, adatta solo alle donne deboli e uomini effeminati. Non è niente del genere. È una religione di misericordia, ma è una religione di giustizia. È una religione di carità e di intolleranza al peccato.
È una religione di amore, ma di odio per l'oppressione. Se un uomo può vedere l'ingiustizia e il male commessi a coloro che non possono aiutare se stessi - e vederli anche commessi con indifferenza e indifferenza - allora quell'uomo può essere molto saggio e prudente agli occhi di una società vuota, ma ha perso il spirito di giustizia, che è lo spirito di Cristo.
Rev. James Vaughan.
Illustrazioni
(1) «Renan ci dice che nelle immagini della Chiesa greca Elia è solitamente rappresentato circondato dalle teste decapitate dei nemici della Chiesa. E Prescott ci dice che nel sedicesimo secolo i brutali inquisitori della Spagna cercarono di giustificare le loro azioni diaboliche appellandosi all'atto di Elia nel richiamare il fuoco dal cielo e dicendo: "Ecco, il fuoco è la punizione naturale degli eretici". Non capivano, altrimenti non l'avrebbero fatto, che quell'atto di Elia era stato condannato per sempre da Colui che era allo stesso tempo il Maestro di Elia e il Dio di Elia».
(2) Che mondo cambiato sarebbe questo mondo, se solo potessimo pensare sempre all'anima dell'uomo con cui abbiamo a che fare! Che dignità, che calma, che dolcezza, immetterebbe quel senso dell'eternità di ogni uomo negli affari quotidiani della vita comune! "L'uomo con cui ho a che fare ha un'anima!" '