Commento dal pulpito di James Nisbet
Marco 1:35
IN UN POSTO SOLITARIO
'Egli uscì e se ne andò in un luogo solitario, e là pregò.'
Non ci resta che sfogliare le pagine del Vangelo e annotare, mentre procediamo, le simili allusioni, e sentiamo di avere qui quello che in realtà è uno sguardo accidentale sulla pratica abituale della vita segreta e separata di nostro Signore.
I. La preghiera privata parte della vita comune . ‑ In questo brano leggiamo che partì in un luogo solitario, e là pregò; in un altro, a poco a poco, che se ne andò su una montagna a pregare; e poi ancora che ha passato tutta la notte in preghiera; e vediamo tutto questo non in qualche crisi della Sua vita, ma come parte di ciò che corrisponde al comune giro quotidiano della tua vita o della mia. E l'inferenza da trarre, la lezione da trarre da essa è, credo, sufficientemente ovvia.
Questo esercizio devozionale segreto e separato dell'anima era il Suo cibo spirituale abituale. Fu così che reclutò le Sue forze morali e spirituali, quelle forze della vita spirituale che costituiscono allo stesso tempo la bellezza, l'attrazione, il potere del Suo carattere e la Sua separazione divina e maestosa.
II. Se Cristo ha avuto bisogno di questi esercizi , di queste ore segrete e silenziose, che dire della nostra stessa vita? E cosa ci aspettiamo di fare del nostro carattere morale e spirituale, a meno che anche noi non ci preoccupiamo di custodire in ogni circostanza alcuni di questi momenti ricorrenti nel nostro ciclo di vita e occupazione, in cui ci ritiriamo nel santuario della comunione separata con Dio il Padre? Si può prendere come una certezza morale, provata da tutta l'esperienza, che se non si mantiene l'abitudine fissa di portare così la propria vita alla segreta e separata presenza di Dio, nella preghiera e nel pensiero privati, si corre il rischio di sprofondare in qualsiasi livelli che risultano essere i livelli ordinari e di andare alla deriva con qualsiasi corrente che capita di prevalere.
— Vescovo Percival.
Illustrazione
'Lo spirituale è sempre vicino a noi. Ma nella solitudine della natura, dove tutto è pacifico, puro ed elevato, il nostro cuore è spesso reso più accessibile, accessibile come non lo era stato, alle impressioni e alle ispirazioni dello spirituale. Partito in un luogo solitario, là pregò; là, finalmente, le visioni lontane trapassate nella sua anima, lo mettono al di sopra di ogni agitazione, ogni pensiero furioso e ogni cura.
Là poté pregare nella sua piena radura e calma, come non poteva nella sua camera in città. Là sentì di nuovo l'estensione e l'inglobamento del Padre e si riversò nella preghiera, che era tutto ciò che voleva per rimetterlo a posto. E come solo un altro luogo o un altro ambiente ora ci aiuta a volte, ci aiuta a pensare in modo più sano, aiuta a portarci di umore migliore, a sollevarci al di sopra di ciò che siamo!'