Commento dal pulpito di James Nisbet
Marco 6:26-27
UN PECCATO
«E il re era estremamente dispiaciuto; tuttavia, per il suo giuramento, e per il bene di loro che sedeva con lui, non l'avrebbe rifiutata. E subito il re mandò un carnefice e ordinò che gli fosse portata la testa; ed egli andò e lo decapitò nella prigione».
Il potere di un peccato. Ricorda Erodiade! C'era una ammesso affetto sbagliato (non leggiamo che Erode aveva qualsiasi altro), ma che un affetto sbagliato, ogni giorno ha permesso, è stato sufficiente a controbilanciare la predicazione di Giovanni tutti, e tutti Erode di risolvere! Era del tutto compatibile con molti buoni sentimenti e molte azioni religiose; ma era incompatibile con la grazia di Dio consolatrice, santificante, salvifica.
Si manifestarono le tre misere e invariabili conseguenze di una tale vita di conflitto e di esitazione.
I. Una sconsiderata autoindulgenza . ‑ Che immagine non ci dà dell'abbandono della licenziosità! La disfatta del compleanno - la danza sfacciata della figlia - il giuramento probabilmente mezzo ubriaco - la corte riottosa e crudele - la folle, disperata e orribile catastrofe dello spargimento di sangue all'interno delle mura della prigione - e l'orribile destriero in mano a una fanciulla! E questo è lui che sedeva così rapito alla parola solenne del predicatore!
II. Una misera viltà . ‑ Oppure guarda ancora l'accovacciamento della sua vile viltà. Egli 'teme' il suo Dio, e 'teme' sua moglie; ma il "timore" della creatura è più grande del "timore" del Creatore, ed egli rinuncia alla sua religione per una donna! Emette l'ordine; sebbene sia contrario a ogni migliore principio del suo cuore, lo emette e comanda l'omicidio che, per tutto il tempo, la sua anima aborrisce!
III. Un giudizio perverso . — La ragione non ha lasciato il suo posto — non è distrutto il giudizio morale di quell'uomo infelice — quando egli è disposto, per un colpevole impegno verso l'uomo, a rompere ogni impegno verso Dio?
Vedi bene queste cose? Vedi la mano di un uomo che, come te, si è una volta piumato sulle sue morbide, tenere emozioni; che, come te, beveva 'allegramente' il suono del Vangelo; che, come te, "ha fatto molte cose" per Dio; ma come te, in opposizione alla coscienza e alla Parola, ritenne un peccato, e per amor di quell'unico peccato incorse in tale colpa e ira che il nome di Erode è rimasto solo come un faro lungo la via, per avvertire ogni futuro viaggiatore del profondo della vita acque!
Illustrazione
'Il peccato è la cosa più costosa possibile. Spreca soldi. Indossa il corpo in decomposizione. Ma, per quanto brutte siano queste cose, dietro ce ne sono anche di peggio; perché avvilisce l'intelletto e avvizzisce la natura morale dell'uomo. Indebolisce la volontà; ottunde la coscienza; indurisce il cuore. Inaridisce tutti i sentimenti più fini dell'anima, così che alla fine ogni considerazione per la verità, la santità e la purezza è svanita. Ma peggio ancora. Il peccato è una cosa schiavizzante. Diventa il padrone dell'uomo che vi si abbandona e lo mette a fare il lavoro più duro».